Un disegno di legge per una Mobilità Nuova

Parlamentari e associazioni presentano il Disegno di Legge per una mobilità nuova. Punti centrali l’introduzione del limite a 30 km orari nei centri urbani e l’istituzione di un fondo per il trasporto pubblico locale e la mobilità non motorizzata. Una raccolta firme per sostenere la legge.

21 giugno 2013

<p><p style="text-align: justify;">Cambiare il codice della strada introducendo il<strong> limite dei 30 km orari nei centri urbani</strong> e destinare più risorse pubbliche al<strong> trasporto pubblico</strong>, collettivo e <strong>non motorizzato</strong>. Sono i punti centrali della proposta di legge della <strong>Rete Mobilità Nuova</strong> – coalizione che raccoglie circa 200 associazioni, comitati e organizzazioni di categoria – presentata oggi nel corso di un doppio appuntamento: una cicloconversazione con alcuni parlamentari seguita da una conferenza stampa alla Camera che ha visto la partecipazione di deputati e senatori che si sono impegnati a sostenere le nuove norme.</p><p style="text-align: justify;">La proposta – sostenuta tra gli altri da Legambiente, Libera, Slow Food, Auser, Cittadinanzattiva, Movimento Difesa del Cittadino,&nbsp; Touring Club Italiano, Euromobility, #salvaiciclisti – mira a <strong>riorientare le risorse pubbliche</strong> concentrando la spesa laddove si concentra la domanda di mobilità e nello stesso tempo suggerisce un radicale ripensamento del settore dei trasporti, sostenendo attraverso scelte strategiche le persone che quotidianamente si muovono usando i treni locali, i bus, i tram e le metropolitane, la bici e le proprie gambe e dando a chi usa l’automobile l’opportunità di scegliere <strong>un’alternativa più efficiente</strong>, più sicura, più economica.</p><p style="text-align: justify;"><strong>Rallentare la velocità</strong> massima in città – sostengono i promotori della legge – è un intervento già realizzato in molte città europee che non ha praticamente controindicazioni (i tempi di percorrenza urbana sono analoghi a quelli registrati col limite a 50 kmh) e che al contrario produce una lunga serie di esternalità positive in termini di sicurezza stradale, di riduzione della congestione, dello smog, del rumore, dei consumi di carburante, dell’aggressività alla guida e rende – praticamente a costo zero – le strade più fruibili anche dal traffico non motorizzato. Anzi più che elencare i motivi per cui sarebbe vantaggioso moderare la velocità negli abitati (con l’eccezione di quelle strade dove le caratteristiche funzionali e costruttive consentono di mantenere il limite a 50 km/h) bisognerebbe chiedere ad amministratori locali e decisori politici nazionali come mai i 30kmh non sono ancora realtà, dal momento che – ad esempio – da soli riuscirebbero almeno a <strong>dimezzare i 2000 morti l’anno in incidenti stradali</strong> che si registrano nelle aree urbane.</p><p style="text-align: justify;">Altro punto chiave è quello delle risorse pubbliche. Oggi <strong>alta velocità e autostrade fagocitano tutti i soldi </strong>a disposizione, <strong>anche se le lunghe distanze assorbano meno del 3% degli spostamenti</strong> delle persone e delle merci. La legge sulla Mobilità Nuova prevede invece la creazione di <strong>un Fondo per lo sviluppo del Tpl e della Mobilità non motorizzata dove confluiscono annualmente “il 75% dei fondi complessivi al trasporto e alle infrastrutture per la mobilità”.</strong> Nelle nuove norme si ipotizzano anche i Target di mobilità, obiettivi nazionali e vincolanti di ripartizione modale degli spostamenti validi in tutte le città. Obiettivo: obbligare i sindaci, entro due anni, a <strong>far scendere almeno sotto il 50% gli spostamenti motorizzati individuali </strong>con mezzi privati all’interno del loro territorio.</p></p>


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