In due minuti nascita, vita e morte dell’era del petrolio

Un’animazione che spiega più di tante teorie sul picco del petrolio.

31 ottobre 2008

Un’animazione che spiega più di tante teorie sul picco del petrolio. Sembra strano parlare di queste cose oggi con il petrolio a “soli” 63 $, ma il picco del petrolio non può essere determinato solo dal fattore prezzo. ||Dal sito di Aspo Italia citiamo questo commento del presidente Ugo Bardi di alcuni giorni or sono: “Per la maggior parte della gente, il fatto che i prezzi del petrolio siano crollati da 147 dollari al barile a circa 70 è stata presa come l’indicazione che il petrolio non è più – e forse non era mai stato – un problema. Quasi nessuno si rende conto di come l’abbassamento dei prezzi è proprio l’indice del raggiungimento del picco. Finché i prezzi erano in crescita esponenziale, gli investimenti arrivavano a pioggia e si poteva pensare di mettere in produzione qualsiasi prospettiva, anche le meno probabili. Ma ora, le cose sono cambiate radicalmente. Già l’anno scorso l’IEA riportava che estrarre petrolio offshore in Alaska costava più di 80 dollari al barile. Adesso, chi si va a mettere in imprese difficili e costosissime come le tar sands o il petrolio artico senza essere sicuro che quando arriverà a produrre ne avrà un profitto? …||E ancora … “Secondo Colin Cambell, il picco del petrolio totale si sta verificando in questi anni, 2007, 2008 o 2009, poco importa. Quello che importa è che l’attuale produzione corrisponde al lavoro di 22 miliardi di schiavi. Nel prossimo futuro, vedremo un declino che lui stima al 2,7% all’anno. Nel 2030, la produzione di energia mondiale non sarà in grado di supportare molto più di 2 miliardi di persone e questo ci pone qualche piccolo problema dato che siamo 6,6 miliardi. Campbell conclude il suo intervento al recente convegno ASPO-VII di Barcellona con le parole “buona fortuna”.

Segnaliamo su questo tema anche un recente articolo pubblicato su Qualenergia.it “Riserve petrolifere tossiche”.

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