TooGoodToGo, i #GreenHeroes anti-spreco alimentare

Continua la saga degli "eroi verdi” premiati dall’attore Alessandro Gassmann. Sono i protagonisti di una nuova economia che rifiuta lo spreco, che è amica dell’ambiente, e che produce innovazione, reddito e posti di lavoro.

21 febbraio 2020

”Finisci tutto. che buttare il mangiare è peccato«, dicevano le mamme. Ma peccato quanto? Quante Ave Marie? Non si sa, ma di certo sprecare il cibo è, tra le cose stupide che facciamo, la cosa più stupida, perché nessuno ne beneficia. Questo ha pensato Mette Lykke quando ha scoperto che ogni anno, nel mondo, vengono sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, di cui l’80% ancora consumabile. E ha cercato il modo per trasformare quella perdita senza ritorno, in un guadagno per tutti.  

In media ogni cittadino europeo spreca 180 kg di cibo all’anno. L’Olanda, peggio di tutti, arriva a 579 chili pro-capite, mentre il Paese più virtuoso è la Grecia, con 44. In Italia siamo a 150 kg l’anno, con una perdita economica di circa 450 euro l’anno a famiglia. Come se non bastasse, lo spreco alimentare è responsabile dell’8% delle emissioni di gas serra. Quando Mette Lykke, trentenne danese, viene a conoscenza dei dati che riguardano lo spreco alimentare resta incredula. E il suo sbigottimento non termina nel comprenderne l’entità, ma anche nel fatto che questa assurda disattenzione delle popolazioni più ricche rispetto al cibo, oltre che imperdonabile a livello morale ed ambientale, è economicamente sciocca, perché non genera valore. E in economia, dove se le cose sono fatte bene tutti hanno qualcosa in più, questo è un peccato mortale. Un peccato che se ”cancellato« non può generare altro che benessere.

Lo spreco alimentare, in realtà, ha origine e si sviluppa in tutta la filiera. Dalla produzione alla distribuzione, fino alla vendita al dettaglio tutti sprecano. Ma in quest’ultima fase, responsabile del 10% dello spreco totale, il problema potrebbe essere risolto avvicinando chi vende a chi ha bisogno di mangiare. Pasticcieri, fornai e ristoranti sono costretti a fine giornata a gettare tutto il cibo – ancora buono – che il giorno seguente diventerebbe per forza di cose invendibile. Alimenti ancora troppo buoni per essere buttati. Cibo che studenti, lavoratori ma anche tutte le persone ”pigre« che non hanno voglia di cucinare, potrebbero acquistare. Per metterli in contatto Mette Lykke nel 2015, pubblica l’app TooGoodToGo. Attraverso lo smartphone piccoli negozianti o anche supermercati possono proporre confezioni di alimenti invenduti a un prezzo non superiore al 30% del loro valore di mercato. I clienti quotidianamente possono scegliere tra una serie di Magic Box dal valore commerciale di 5, 10 e 15 euro, pagandole un terzo del prezzo, e prenotarle. Evitando così – in media – l’emissione di circa due chilogrammi e mezzo di CO2 per ogni pasto. 

Quel piccolo segmento della filiera è pronto e, in meno di quattro anni TooGoodToGo invade il mercato alimentare d’Europa aprendo convenzioni con oltre 40.000 esercizi commerciali, promuovendo la vendita di oltre 32 milioni di Magic Box e riducendo le emissioni di 80.000 tonnellate di CO2. In Italia, a dieci mesi dal lancio, ha già oltre 4.000 negozi aderenti in 26 città, ed è riuscita a salvare dalla pattumiera quasi mezzo milione di pasti buonissimi.

Ma la battaglia di Mette Lykke – una vera #GreenHero globale contro lo spreco alimentare – non finisce con l’app. Perché le quasi 400 persone impiegate in TooGoodToGo non lavorano solo nel promuovere e migliorare i servizi offerti. Un gruppo di professionisti è impegnato nella divulgazione di quelle buone norme che permetterebbero a tutti di evitare quel peccato che è buttare il cibo. Materiali didattici proposti gratuitamente attraverso cui insegnanti, genitori e studenti possono migliorare le proprie abitudini, garantendosi un risparmio per la coscienza, per l’ambiente e per le finanze.


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