La ristrutturazione e l’elettrificazione degli edifici rafforza l’economia e la sicurezza energetica dell’Europa
Oggi è stato presentato il report di European Climate Foundation e l'Alleanza europea per il risparmio energetico (EU-ASE) sulla base di uno studio di Cambridge Econometrics.
Per evitare una crisi climatica e ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili, l’Europa dovrà cambiare il modo in cui riscalda e raffredda le case. Al momento, gli edifici inefficienti dal punto di vista energetico non vengono rinnovati abbastanza velocemente e l’Europa soddisfa la maggior parte della sua domanda di riscaldamento con le caldaie a gas, che rappresentano la tecnologia di riscaldamento più utilizzata.
L’elettrificazione e la ristrutturazione degli edifici residenziali europei possono ridurre le importazioni di gas e generare enormi benefici per l’economia, secondo il rapporto “Why the transition to energy efficient and electrified buildings strengthens Europe’s economy” di European Climate Foundation e l’Alleanza europea per il risparmio energetico (EU-ASE) sulla base di uno studio di Cambridge Econometrics.
Il rapporto è il risultato di un processo di discussioni e analisi durato un anno tra Cambridge Econometrics e un gruppo di esperti, che ha fornito consulenza sui dati di input, sullo sviluppo dello scenario e sulle ipotesi. La ricerca si è concentrata sull’esplorazione dei vantaggi ambientali, sociali ed economici di vari scenari per la riduzione del consumo di combustibili fossili negli edifici residenziali nell’UE e nel Regno Unito.
Il report traccia la strada per emancipare il Vecchio continente dalla dipendenza di gas proveniente dalla Russia: secondo lo studio l’equivalente del 25% delle attuali importazioni può essere risparmiato entro il 2030 rinnovando ed elettrificando gli edifici residenziali europei. Di conseguenza, l’Europa potrebbe ridurre la sua spesa annuale per le importazioni di gas di 15 miliardi di euro nel 2030 e di 43 miliardi di euro nel 2050 e quindi contribuire ad aumentare la sicurezza energetica dell’Europa.
Si prevede che un’ampia diffusione delle pompe di calore (sia nei sistemi di riscaldamento individuali che nelle reti di teleriscaldamento) decarbonizzerà gli edifici europei più rapidamente rispetto all’utilizzo dell’idrogeno verde per il riscaldamento.
Quali sarebbero i vantaggi derivanti dalla decarbonizzazione di questo settore? Innanzitutto la salute dei cittadini europei: il passaggio alle pompe di calore porterebbe a una riduzione di oltre dieci volte delle emissioni di NOx entro il 2050 rispetto a oggi. Ciò contribuirà a ridurre l’inquinamento atmosferico da NOx, che attualmente causa 40.400 morti premature nell’UE. L’uso dell’idrogeno verde per il riscaldamento aumenterà l’inquinamento atmosferico da NOx rispetto all’elettrificazione poiché le caldaie a idrogeno emettono NOx mentre le pompe di calore no.
Ma i benefici si vederebbero anche nella bolletta energetica: la transizione dimezzerebbe i costi entro il 2050, quando gli edifici verranno ristrutturati e le pompe di calore diventeranno la tecnologia di riscaldamento dominante. Fare affidamento sull’idrogeno verde domestico, sostengono i ricercatori, porterà a bollette energetiche più elevate rispetto alla linea di base.
Per il consumatore, pompe di calore, teleriscaldamento e solare termico sono opzioni competitive in termini di costi a causa della riduzione della spesa energetica, mentre le caldaie a idrogeno verde sono la tecnologia più costosa a causa degli elevati costi energetici.
A trarre vantaggio da questa transizione verde del settore buildings, sarebbe l’intero sistema economico europeo: l’elettrificazione della fornitura di calore e la riduzione della necessità di riscaldamento porteranno a un aumento dello 0,8% del PIL annuo nel 2030 e a un aumento dell’1% entro il 2050, e contribuiranno a creare 1,2 milioni di posti di lavoro aggiuntivi entro il 2050, in particolare nei settori dell’edilizia e dell’energia.