Direttiva case verdi: raggiunto nuovo accordo
Dopo il Trilogo del 7 dicembre, le Istituzioni europee hanno raggiunto un nuovo accordo sulla direttiva "case green" per l’efficientamento energetico degli edifici (EPBD - Energy Performance of Buildings Directive).
La proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD), ribattezzata anche “case verdi”, mira a ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio dell’UE entro il 2030 e a renderlo climaticamente neutro entro il 2050. Punta inoltre a ristrutturare un numero maggiore di edifici con le peggiori prestazioni e migliorare la condivisione delle informazioni sulla prestazione energetica.
La direttiva è stata approvata con compromessi tra le istituzioni europee. La versione finale del provvedimento presenta diversi cambiamenti rispetto al testo approvato dal Parlamento europeo a marzo.
Innanzitutto, sono stati ridotti gli obiettivi di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. La versione iniziale prevedeva che tutti gli immobili residenziali raggiungessero la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033. La versione finale, invece, prevede che gli Stati membri raggiungano una riduzione dei consumi del 16% entro il 2030 e del 20/22% entro il 2035. Entro il 2030 dovrà essere ristrutturato almeno il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni ed entro il 2033 il 26% degli edifici con le peggiori prestazioni, attraverso requisiti minimi di prestazione energetica. Nel complesso, il 55% della riduzione dei consumi energetici dovrà essere raggiunto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori.
Se tecnicamente ed economicamente idonei, gli Stati membri dovrebbero installare progressivamente impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, a seconda delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
Gli Stati membri dovranno adottare misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento ed eliminare gradualmente i combustibili fossili dal riscaldamento e dal raffreddamento con l’obiettivo di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040 – nella versione approvata dall’Eurocamera il limite era fissato al 2035. Gli Stati membri dovranno inoltre smettere di sovvenzionare le caldaie autonome a combustibili fossili a partire dal 2025. Saranno ancora possibili incentivi per i sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
I nuovi edifici occupati o di proprietà delle pubbliche amministrazioni dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. A partire dal 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Queste date sono slittate in avanti di due anni rispetto alla proposta iniziale. Gli Stati membri potranno tenere conto del potenziale di riscaldamento globale del ciclo di vita dell’edificio, che comprende la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione.