Giornata delle foreste, Kyoto Club: ok a biomasse se trattate in impianti moderni e a chilometro zero

Il Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante, intervistato da Radio Popolare: il rimboschimento delle aree interne non è positivo se dovuto all'abbandono delle campagne.

22 marzo 2024 Fonte: Repubblica.it

Quanto ha influito l’accordo approvato due anni fa con la Cop 26 di Glasgow per fermare la deforestazione? Purtroppo poco, perché, come si temeva, il fatto che non fosse vincolante non ha costruito le condizioni affinché ci fosse un reale fermo della deforestazione. Lo sostiene il Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante, intervistato dalla trasmissione “Il giusto clima” di Radio Popolare in occasione della Giornata Mondiale delle Foreste.

“Quello che è successo”, continua Ferrante, “è molto diseguale nei Paesi che vengono colpiti da questo dramma: in Brasile, dove la vittoria di Lula nei confronti di Bolsonaro, che è stato protagonista di una vera e propria aggressione alla Foresta Amazzonica, non ha fermato il fenomeno ma ha migliorato la situazione perché politicamente c’è un altro approccio. In Asia, invece, c’è un fenomeno contrario. Quando l’Ue ha posto dei vincoli per l’utilizzo dell’olio di Palma, i Paesi produttori, come la Malesia, si sono lamentati perché quella decisione metteva in pericolo lo sviluppo su cui loro puntano, che è basato sulla coltivazione di questa pianta, prima responsabile della deforestazione. Questi fenomeni avvengono quindi per scelte dei singoli Paesi più che per l’accordo internazionale, che non è vincolante e quindi non funziona”.

Nel 2022 in Italia è stata introdotta dal Masaf la prima Strategia Forestale Nazionale con durata ventennale e verifiche quinquennali. Si dice spesso che in Italia la superficie delle foreste è in continuo aumento e che oggi è circa un terzo della superficie totale. Ma come stanno le nostre foreste e come sono gestite? “Intanto c’è da dire che l’aumento della superfice boscosa nel nostro Paese non è una buona notizia per l’ambiente” argomenta il Vicepresidente, specificando che “il fenomeno avviene spesso non a causa di scelte politiche interne ma per l’abbandono delle campagne e delle aree interne da chi le coltiva e le gestisce. I boschi di questo genere non sono controllati, non possono svolgere una funzione vera di tenuta di quel territorio e quindi di assorbimento dei gas serra e di lotta dei cambiamenti climatici. Sarebbe un fatto positivo se tale scelta venisse gestita”.

Quando si parla della decarbonizzazione del riscaldamento domestico si pensa spesso alle pompe di calore. Che ruolo hanno invece le biomasse e tutti gli alberi dei nostri territori? “Che si pensi alle pompe di calore per il riscaldamento e raffrescamento delle nostre case è corretto” chiosa Ferrante, che poi precisa come “noi dobbiamo elettrificare sempre di più i consumi che oggi non lo sono, a partire dai trasporti e dal riscaldamento, perché la produzione di energia elettrica sarà sempre più rinnovabile. Dopo di ché, anche le biomasse nell’immediato possono portare a delle soluzioni positive sotto questo puto di vista. Serve però che gli impianti di trattamento siano moderni, che abbattono le polveri, dotati di nuove tecnologie all’avanguardia, altrimenti avremmo una riduzione dei gas serra ma non di altri inquinanti, che in zone come la Pianura padana che sono già in sofferenza, potrebbero gravare. In secondo luogo, le biomasse devono provenire dal nostro territorio ed essere a km 0. Se vengono soddisfatti questi due requisiti” conclude l’esponente di Kyoto Club, “anche le biomasse potrebbero contribuire all’abbattimento della CO2”.


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