Stretta di Salvini contro gli autovelox

Mani legate ai Comuni, più potere ai prefetti e norme più stringenti su limiti e segnali di avviso: il “nuovo corso” in tema di autovelox

28 maggio 2024

Mani legate ai Comuni, più potere ai prefetti e norme più stringenti su limiti e segnali di avviso: il “nuovo corso” in tema di autovelox, cavallo di battaglia del Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, diventa legge. Il decreto viene pubblicato in Gazzetta ufficiale il 28 maggio ed entra subito in vigore. Lo ha chiarito lo stesso ministro dei Trasporti alla Camera, annunciando l’arrivo di «regole essenziali per garantire che gli autovelox siano utilizzati in sicurezza dove effettivamente serve» e «non come ulteriore tassa».

Una vera stretta, che inizia limitando l’autonomia dei Comuni. Perché d’ora in poi sarà il prefetto a decidere dove potranno essere collocati gli autovelox. Anche l’uso dei dispositivi “mobili” — quelli montati su treppiedi ai lati delle strade e presidiati dalla polizia locale — dovrà essere coordinato con la prefettura, mentre prima le amministrazioni locali potevano agire in autonomia. I Comuni dovranno dimostrare che sul tratto di strada dove vogliono posizionare un occhio elettronico c’è un alto tasso di sinistri, fornendo «un’accurata analisi del numero, della tipologia e, soprattutto, delle cause» con «particolare riferimento alla velocità come causa principale».

Questo nonostante l’ultimo rapporto Aci-Istat certifichi che l’eccesso di velocità è una delle tre principali cause di incidenti in Italia. E che la guida troppo veloce resta il comportamento più sanzionato in assoluto: oltre tre milioni di multe nel 2022. Anche i numeri forniti dal Comune di Bologna dopo i primi sei mesi di “Città 30” — 73 feriti in meno rispetto all’anno precedente — lo confermano: meno velocità significa più sicurezza. Mentre il decreto rende sostanzialmente impossibili i controlli per il rispetto delle zone 30 nelle aree urbane.

Vedi la notizia nell’Osservatorio sulla Mobilità Urbana Sostenibile


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