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Cooperativa Sociale Terra Felix

Antonio e Francesco Pascale, #GreenHeroes anticamorra

Sito web: www.terrafelix.it

Antonio, Francesco e gli altri erano solo dei ragazzini a cui non bastava il mezzo metro quadrato di verde pubblico che avevano a disposizione. Ragazzini che, contro ogni previsione, hanno fermato il cemento e oggi gestiscono un casale aragonese quattrocentesco, un ecomuseo, un ristorante, un orto, una vigna e depurano i terreni della terra dei fuochi producendo shopper in bioplastica.

A fine anni 90 Antonio e Francesco Pascale, insieme ai coetanei del circolo Legambiente di Succivo, in provincia di Casera, vogliono uno spazio verde da risistemare e ne hanno adocchiato uno incolto intorno al Casale fortificato di Teverolaccio. L'edificio storico, benché protetto dalla soprintendenza dei beni culturali, è abbandonato, e con lui tutto il resto. Pensano di potersene prendersene cura loro e si informano. Scoprono che il vincolo protegge solo il casale e non lo spazio verde circostante. Per questo su quel terreno pesa la smania dei costruttori edili. Preoccupati di perderlo, i ragazzi provano a richiedere l'estensione del vincolo alla soprintendenza, che accetta quel suggerimento e vincola anche il verde intorno al casale. Ovviamente i costruttori ricorrono al TAR, ma il tribunale rigetta il ricorso. Quel pezzo di verde è salvo, la sede del circolo invece no, e viene data alle fiamme da ignoti. 

Nessun ripensamento, però. I ragazzi vogliono rendere quello spazio vivibile, e ora hanno bisogni di finanziamenti. Riescono a vincere un bando dalla Fondazione per il Sud e a fondare la cooperativa Terra Felix. 

Terra Felix ristruttura una parte del casale e istituisce un ecomuseo. Un museo vivo in cui coltivare come si faceva una volta, quando la campagna aversana era la Campania Felix. Riesumano ortaggi spezie e frutti dimenticati, come l'asprigno di aversa. Una vite che si sviluppa in verticale fino a superare i 20 metri d'altezza. Oltre a questo decine di orti urbani in cui i concittadini possono coltivare.

Intorno al casale si sviluppa una comunità che va dai bambini agli anziani e che, oltre all'ecomuseo e agli orti, ha un ristorante in cui vengono serviti i frutti cresciuti intorno al casale e l'Asprigno aversano, il vino bevuto dai Borboni.

Dopo aver riqualificato quel casale però non ci si può fermare. Antonio e Francesco Pascale vincono altri bandi e costituiscono altre cooperative per recuperare la loro terra sopraffatta dall'ingordigia e dalla criminalità. Tra queste la Cooperativa 21 che, sfruttando le capacità depurative del cardo, oggi sta bonificando 10 ettari di terreno messi a disposizione dal consorzio Agrorinasce, confiscati al clan Schiavone. Le piante di cardo tra quattro anni avranno rigenerato quel terreno, ma nel frattempo producono l'olio essenziale che la Cooperativa 21 sfrutta per produrre sacchetti in bioplastica e teli per la pacciamatura delle coltivazioni.

Grazie ai #GreenHeroes di oggi, un pezzo della terra dei fuochi è tornata Campania Felix, e altri se ne aggiungeranno.

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