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Calciosociale

Nel Calciosociale l’importante è partecipare

Sito web: www.calciosociale.it

All’ombra del “serpentone” di Corviale, a Roma, c’è un campo da gioco che fa miracoli.

Per molti il calcio è soprattutto competizione. Ma non solo. Lo sport più amato dagli italiani può produrre coesione sociale, anche nei territori più precari. E la storia che sto per raccontare ce lo dimostra. “Cambiare le regole del calcio per ridiscutere le regole del mondo”. Sono queste le parole d’ordine di Calciosociale, progetto fondato nel 2005 a Corviale, uno dei quartieri periferici più difficili della Capitale. Nel 2009, grazie all’impegno di volontari, istituzioni, aziende e cittadini, la società fondata da Massimo Vallati prende in custodia un bene pubblico abbandonato al degrado e all’illegalità, inaugurando il centro sportivo Campo dei Miracoli. Al cemento che definisce il “serpentone” di Corviale, Calciosociale contrappone una struttura ecosostenibile selezionata da Open House Roma, e premiata nel 2013 nella fiera internazionale Ecomondo. I campi da calcio, progettati all’insegna dell’economia circolare e della totale assenza di cemento, fanno di Campo dei Miracoli un esempio di riqualificazione virtuosa delle periferie romane. Inoltre, l’edificio dispone del primo e unico impianto di riscaldamento geotermico del Municipio XI. Calciosociale ha regole molto particolari. Ragazzi e ragazze di qualunque età, origine, religione giocano insieme; non ci sono arbitri – ci si deve autoregolamentare sul campo – e i rigori li batte il giocatore più “scarso”. Finora Calciosociale ha coinvolto più di cinquemila ragazzi, trasformando il Campo dei Miracoli in un luogo di aggregazione per i giovani e per le famiglie che non possono permettersi di pagare centri privati. Qui insomma vince solo chi custodisce “il bello, il giusto, le persone e le relazioni”. Salutiamo Calciosociale, Massimo e tutte le ragazze e i ragazzi di Campo dei Miracoli, i nostri #GreenHeroes di questa settimana.

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