Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici
Non sono stati tutti zitti prima di Greta
Sito web: www.cmcc.it/it
Sedici anni fa Greta Thunberg era poco più che neonata, e per troppa gente l’ambientalismo era un argomento di nicchia. Tanti scienziati avevano previsto l’accelerazione dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo, ma la conoscenza di questi preoccupanti fenomeni era troppo poco diffusa, e le grida di allarme che in tanti lanciavano restavano sostanzialmente inascoltate. All’epoca, un gruppo di scienziati preoccupati per le conseguenze del riscaldamento globale decise di fondare il Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), un istituto di ricerca non profit per promuovere attività scientifiche nel settore della ricerca sul clima.
Il Cmcc è caratterizzato da un modello a rete, costituito dalla sede centrale di Lecce e uffici e sedi operative a Bologna, Caserta, Milano, Sassari, Venezia e Viterbo. Questo tipo di organizzazione consente un’integrazione di competenze multidisciplinari e una collaborazione tra ricercatori di sedi diverse. Un recente report dimostra come gli impatti dei cambiamenti climatici nelle città italiane siano sempre più rilevanti: lo studio riporta che a Venezia, negli ultimi 150 anni, il livello dell’acqua in città è cresciuto di oltre 30 centimetri. Durante lo scorso G20, il Cmcc ha lanciato un monito ai potenti della Terra: se non agiamo subito, le ondate di calore potrebbero durare dieci volte più a lungo entro il 2050, e in Europa, per esempio, le morti legate al caldo estremo potrebbero aumentare da 2.700 all’anno a 90.000 entro il 2100. Solo nel 2020 il Centro ha prodotto 186 paper scientifici e organizzato 148 eventi. Inoltre, ha avviato 6 programmi di dottorato ai quali partecipano quasi 200 studenti da tutto il mondo. All’interno della struttura si svolge infine l’attività di focal point IPCC per l’Italia. E dunque evviva i nostri #GreenHeroes della settimana, i ricercatori del Cmcc!
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