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Fiusis

Tagliare i rami. E anche l’inquinamento

Sito web: fiusis.com

Quando  si dice di necessità virtù. Dalla perdita del lavoro alla nascita di Fiusis, un’azienda che oggi occupa 25 persone e che ci mostra, nei fatti, come ci possano essere risposte “verdi” semplici ed efficaci al caro energia. È la seconda metà degli anni 2000 quando i coniugi Angela Grasso e Marcello Piccinni, trovatisi senza più impiego, decidono di studiare gli impianti di cogenerazione a biomasse di Tirolo, Baviera e Carinzia, e progettarne uno che si adatti alle caratteristiche della loro zona: il Salento. I due non hanno fondi propri, e per questo devono costruire un modello economicamente così conveniente che le banche non possano fare a meno di finanziarlo. Come fare? Azzerando i costi della materia prima, e utilizzando come combustibile le ramaglie della potatura degli olivi, biomasse che abitualmente vengono bruciate nei campi, e che gli agricoltori sarebbero felici di cedere gratuitamente a chi se ne prendesse carico.

Nel 2010, dopo aver fondato Fiusis, Angela e Marcello “accendono” così la loro centrale elettrica a biomasse da 1 MW. Un impianto all’avanguardia, in grado di aumentare la resa dal 16 per cento degli impianti più diffusi, fino al 23 per cento. Nei campi intorno al piccolo borgo di Calimera vengono così raccolte diecimila tonnellate di ramaglie l’anno, generando un fatturato di oltre due milioni di euro. Fiusis ha prodotto fino ad oggi 85 GWh di energia elettrica, equivalente a quella prodotta bruciando sessantamila tonnellate di petrolio. Si sono ridotti gli incendi, si è dato il via alla produzione di pellet di qualità, e si sta studiando un modo per ricavare dalle ceneri di legno vergine fertilizzanti naturali, e chiudere così il ciclo. Eletto dalla Comunità europea come miglior progetto di sviluppo sostenibile, riprodotto e imitato in Paesi come la Croazia e la Grecia, il “modello Fiusis” di Angela Grasso e Marcello Piccinni, i #GreenHeroes di oggi, è nei fatti una delle migliori risposte possibili al caro bollette.

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