Vivere su un’isola non è come vivere in continente: le conseguenze di ogni azione si avvertono subito, è quindi automatico pensare al futuro. Prendiamo la cooperativa di acquacoltura Maricap - Maricoltura e Ricerca, che nasce nel 1988 a Capraia, nell’arcipelago toscano, a partire da un progetto regionale per l’allevamento dei pesci. La coop fatica a decollare fin quando nel 2005 un gruppo di soci – Fabio Giorgi, Stefano Dini ed Enzo Romano – imprime una svolta. L’idea è installare gabbie in mare aperto in cui far crescere spigole e orate – un sistema che in quegli anni sperimentano in Puglia i #GreenHeroes di Reho – ma è un’operazione che a Capraia, con un fondale di oltre 40 metri, risulta particolarmente complessa. I tre si ingegnano, sviluppano tecniche di ancoraggio avveniristiche, calano le gabbie e impiantano i primi avannotti. I piccoli pesci crescono in modo naturale perché la densità in gabbia è bassissima, non servono medicinali e i mangimi sono privi di antibiotici e dosati in maniera oculata con un sistema automatico.
Ci vuol tempo per farli crescere, ma quei pesci sani, biologici e buonissimi, si affermano facilmente sul mercato. E oggi Maricap, sotto la guida di Fabio, Stefano e Giorgio Romano, che sostituisce il papà Enzo venuto a mancare prematuramente, conta otto gabbie di allevamento e tre dedicate alla crescita degli avannotti. Con un fatturato annuo di oltre tre milioni di euro, ha dato impiego a tutti i giovani di Capraia in cerca di lavoro, ha azzerato le emissioni di anidride carbonica ed è stata indicata dalla Commissione europea come modello di acquacoltura sostenibile.
Per noi è un’altra splendida storia di #GreenHeroes che rigenerano l’economia.
Maricap - Maricoltura e Ricerca
Una lezione di vita dai pesci di Capraia
Sito web: www.maricolturacapraia.it
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