Brio
Com’è sbocciata quella Primavera
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Era il lontano 1989 quando 15 produttori agricoli della provincia di Verona decisero di fondare La Primavera Scarl, una delle prime società cooperative italiane pioniere del biologico. Sono passati 32 anni, e molte cose sono cambiate. La Primavera adesso si chiama Brio Spa, non è più una cooperativa, ma una società che ha allargato la propria compagine aziendale ad altri soggetti di spessore, tra cui Agrintesa. Al gruppo di Campagnola di Zevio oggi aderiscono 443 aziende agricole che coltivano una superficie di 1.700 ettari di terra producendo annualmente 45 mila tonnellate di prodotto.
La missione della compagnia veronese è di contribuire a convertire l’agricoltura tradizionale ai principi del biologico, secondo un modello agricolo cooperativo che metta al centro i produttori, le generazioni future e la natura, per un mondo più salubre e sostenibile. Un impegno che va oltre l’aspetto agricolo: con altri partner hanno dato vita al progetto Biofertimat, un approccio volto a migliorare l’economia circolare del territorio che prevede l’uso di materiali di scarto organici come fertilizzanti per colture bio. Lo scorso autunno Brio Spa ha ricevuto l’Ecopackaging Award 2020 per la categoria ortofrutta grazie al pack in carta 100 per cento riciclabile lanciato per la campagna del cacao Rojo Brillante Alce Nero. Inoltre, grazie al contributo dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo, insieme ad altri soggetti Brio ha lanciato un progetto equosolidale di agricoltura cooperativa in Togo (Progetto Ananas Dolcetto) incentrato su prodotti locali – l’ananas biologico “pan di zucchero” – aiutando migliaia di piccoli agricoltori ad esportare un prodotto di valore a prezzi remunerativi. Brio ha un fatturato consolidato di 74 milioni di euro e 400 collaboratori tra dipendenti e stagionali. Sono loro i nostri #GreenHeroes di oggi!
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