Lo Sblocca-cantieri favorisce la corruzione

A volte ritornano: commissari straordinari, aumento di subappalto e trattativa privata, varianti facili per le grandi opere, appalto integrato, ridimensionamento dell’Autorità Anticorruzione, rigenerazione urbana in deroga, proroghe per i lavori delle concessioni. Un articolo di Anna Donati, coordinatrice del Gruppo di lavoro sulla mobilità sostenibile di Kyoto Club, apparso sul portale Sbilanciamoci!

16 maggio 2019 Fonte: Sbilanciamoci.info

 

Anche il governo Cinquestelle-Lega ha infine approvato il suo decreto Sblocca-cantieri: ultimo in ordine di tempo di provvedimenti all’insegna della proroga, della trattativa privata, dei commissari straordinari, delle varianti facili, provvedimenti che abbiamo visto da oltre 30 anni per grandi opere strategiche, protezione civile, post-terremoti, interventi d’emergenza veri, falsi e presunti, con deroghe che diventano la regola. Come sono lontani i tempi delle battaglie grilline all’insegna dell’onestà-onestà, contro la Legge Obiettivo e la dura opposizione al decreto Sblocca Italia del governo Renzi, a cui lo Sblocca-cantieri odierno- da lunedì 6 maggio entra nel vivo al Senato – assomiglia in modo impressionante.

Coerenti i leghisti, che hanno sempre avversato il nuovo Codice appalti del governo Gentiloni e del ministro Delrio del 2016, come dichiarato da tempo dal sottosegretario leghista Armando Siri, oggi indagato per corruzione, che chiedeva di “cancellare il Codice degli appalti, eliminare l’Autorità anticorruzione, perché sono loro la malattia e non le tangenti. Smettiamola di prendere medicine per curare una malattia che ha bisogno invece di buonsenso e di meno burocrazia”. Parole chiare che adesso il decreto Sblocca-cantieri ha tradotto in norme dimenticando la lunga catena di scandali che hanno portato alla nascita del nuovo Codice appalti che adesso il decreto Sblocca-cantieri demolisce in ben 81 articoli. Le tangenti sull’Expo e quelle sul Mose, le inchieste sulla sanità e quelle per la ricostruzione post terremoto, la cricca delle Grandi Opere e la recentissima inchiesta sullo stadio della Roma.

Ora il Parlamento è chiamato a discutere il Decreto, e c’è da sperare che cambi radicalmente il testo ed i suoi inaccettabili contenuti.

Norme in deroga già sperimentate in passato che non sono state un volano per incrementare i lavori ma solo la scarsa qualità delle opere pubbliche, non hanno prodotto innovazioni di prodotto e di processo, anzi hanno fatto registrare un aumento ingiustificato dei costi e gravi episodi di corruzione e concussione.

Il decreto Sblocca-cantieri (decreto legge n. 32/2019) manca il suo obiettivo e avrà come unico risultato il rendere meno trasparente il settore dei lavori pubblici nell’assegnazione dei lavori e dei subappalti, nella definizione e autorizzazione dei progetti, nella vigilanza sulle infiltrazioni della criminalità organizzata, con il rischio di pesanti ricadute sui costi economici e ambientali a carico della comunità. Per questo le associazioni ambientaliste, WWF Italia, Kyoto Club e Legambiente, che hanno già inviato osservazioni critiche e proposte di emendamento ai membri delle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici del Senato.

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