Greenwashing, il primo rapporto sulle bugie delle società su sostenibilità e impegno ambientale
Non si potrà più dire ai consumatori di essere «sostenibili», «eco-friendly» o «rispettosi dell’ambiente» senza averne la prova.
Con la proposta di direttiva della Commissione e del Parlamento europei contro i «Green claims» (letteralmente dichiarazioni verdi), che potrebbe essere recepita nel 2024, le aziende dovranno fare i conti con quello che affermano nei loro spot o che scrivono sulle confezioni dei prodotti quando sostengono di essere attente all’ambiente evitando formule vaghe e che non poggiano su basi scientifiche.
Tutti vogliono presentarsi come sostenibili, ma è importante farlo in maniera corretta», spiega Francesco Ferrante, vicedirettore della no profit ambientalista Kyoto Club. Al prossimo Festival Circonomia (qui il link al sito con il programma completo), organizzato con Epr comunicazione e Erica, dedicato all’economia circolare, dal 25 al 27 maggio ad Alba, Ferrante presenterà il secondo “Rapporto greenwashing” sul tema: «La questione sta diventando sempre più importante, soprattutto in ambito economico. Per questo nel rapporto è stato evidenziato il contesto europeo e internazionale nel quale si inserisce la direttiva». La proposta di direttiva sui “green claims” è stata presentata dalla Commissione europea il 22 marzo e comprende una serie di criteri comuni contro il greenwashing e le dichiarazioni ambientali forvianti. Sulla base del documento, i consumatori avranno maggiore chiarezza e rassicurazioni sul fatto che quando un prodotto è definito “green”, lo è per davvero.