Perché riciclare conviene a tutti

Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club: "Il nostro è un paese virtuoso ma non basta. Il Global Recycling Day serve a spiegare che la sostenibilità fa bene anche agli affari".

18 marzo 2024

Ogni anno consumiamo miliardi di tonnellate di risorse naturali sottovalutando un punto fondamentale: prima o poi si esauriranno. Per questo, recuperare materiali non serve solo ad aiutare l’ambiente, ma ha anche benefici economici. Per tutti. Dalla plastica ai rifiuti elettronici, dai tessuti alla carta, la strada del riciclo è ormai spianata. Dai grandi brand di moda e della tecnologia fino alle piccole realtà artigianali e le famiglie. Convinti che l’uso consapevole delle risorse migliora la qualità dell’acqua e dell’aria che respiriamo, riduce l’energia che usiamo e combatte il cambiamento climatico. Ed ora, il 18 marzo il mondo è pronto a celebrare un nuovo Global Recycling Day, la manifestazione globale dedicata al riciclo con una novità. Proprio alla vigilia, gli Stati membri dell’Unione europea hanno trovato l’accordo sulle nuove norme sul packaging e il riuso. Un tema tra i più importanti degli obiettivi ambientali europei al 2030.

L’Italia leader in Europa per il riciclo

“L’Italia è tra i Paesi leader in Europa per l’economia circolare avendo raggiunto nel 2022 una percentuale di 72% di rifiuti riciclati. Fino a quell’anno eravamo primi, l’anno scorso siamo arrivati secondi dietro i Paesi Bassi – spiega Francesco Ferrante vice presidente di Kyoto Club che tra i soci vede anche Comieco, il Consorzio Nazionale di Recupero e Riciclo degli Imballaggi e il Corepla che si occupa della raccolta e riciclo della plastica – un dato che a molti può sembrare inaspettato. Non solo per l’efficienza delle imprese responsabili della raccolta e del riciclo e per la disciplina con cui i cittadini separano il vetro dalla carta e dalla plastica, e da tutti gli altri materiali per cui è disponibili un servizio di conferimento. Ma rispecchia anche un nuovo modo di fare impresa: l’industria italiana negli anni si è adattata ad un modello economico che non può più prescindere dalla sostenibilità. Ad esempio, funziona la macchina del recupero degli scarti dell’industria e delle attività commerciali. Più in generale le materie prime dell’industria manifatturiera italiana sono prevlentemente ‘materie prime seconde’ recuperate dalla differenziazione di rottami, macerie, rifiuti recuperati post-produzione o post-consumo”.

Continua a leggere l’articolo a firma di Fiammetta Cupellaro su Repubblica Green&Blue


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