COP29, Silvestrini: dopo l’elezione di Trump, la Cina nuovo leader della transizione ecologica
Per finanziare la transizione nei Paesi in via di sviluppo serve allargare la platea dei donatori. Silvestrini su Radio Rai 1.
“In effetti è incredibile, è di fronte agli occhi di tutti che stanno accelerando i fenomeni climatici estremi. In questo momento dobbiamo essere impegnati per capire come contestare il cambiamento climatico”. Lo ha sostenuto Gianni Silvestrini, interpellato ai microfoni del programm Radio Anch’io su Radio Rai 1 in merito al negazionismo climatico.
Il direttore Silvestrini ha analizzato quello che potrebbe succedere alla 29° Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, attualmente in corso in Azerbaigian. Secondo lo scienziato “la COP 29 si tiene in un momento particolare: Trump è appena stato rieletto, mentre l’Europa è distratta dai suoi problemi interni – per i quali Ursula von der Leyen non andrà a Baku, come i vertici di Germania e Francia. La Cina avrebbe la possibilità, con il ritiro di Trump dall’Accordo di Parigi, di avere un ruolo globale nella transizione, essendo leader nella produzione di rinnovabili e nella mobilità elettrica”.
Silvestrini parla poi della questione loss and damage, ossia di come finanziare la transizione ecologica nei Paesi in via di sviluppo: “Ricordiamo che 100 miliardi all’anno che i Paesi industrializzati dovevano mettere da parte annualmente per i paesi del terzo mondo dal 2020 in poi, è un obiettivo non ancora del tutto raggiunto. Passare da 100 miliardi a 1000 miliardi, come stabilisce l’agenda della COP, è molto difficile: serve pertanto allargare la platea dei Paesi donatori”.