podcast-er: Supremazia Cina nell’eolico e nel solare. Silvestrini a Ecoradio

La supremazia cinese nei settori del solare e dell'eolico preoccupa Stati Uniti ed Europa visto che investimenti e aziende della green economy si dirigono massicciamente verso il colosso asiatico. Ma la Germania con i suoi 340mila occupati nei settori delle rinnovabili resta un esempio virtuoso da seguire. L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

20 ottobre 2010 Fonte: Ecoradio

<p><p align="right"><strong><a href="http://qualenergia.it/UserFiles/Files/silvestrini_ecoradio_19ott2010.mp3" target="_blank">Ascolta audio</a></strong> (mp3 &ndash; durata 2’14’) <p align="justify"></p><p>Sole e vento, dal punto di vista delle tecnologie, vedono sempre pi&ugrave; affermarsi la<strong> leadership cinese</strong>. In pochi anni, infatti, la Cina &egrave; diventato il primo paese nella produzione di <strong>celle fotovoltaiche</strong> e quest&rsquo;anno anche nella produzione di <strong>aerogeneratori</strong>. </p><p>La concorrenza della Cina preoccupa l&rsquo;Europa, ma soprattutto gli Stati Uniti che avevano puntato molto sulla green economy per rilanciare l&rsquo;occupazione. Il sindacato americano delle industrie dell&rsquo;acciaio ha presentato all&rsquo;Organizzazione mondiale del commercio un <strong>reclamo ufficiale contro la Cina</strong> per violazione delle regole della concorrenza per sovvenzioni offerte alle industrie cinesi produttrici di eolico e solare. </p><p>&Egrave; evidente che di fronte al boom delle rinnovabili ci sia una guerra aperta: i principali paesi industriali coinvolti, infatti, vogliono mantenere nei propri territori il maggior numero di aziende e di dipendenti. Questo contenzioso lo vedremo riproporsi spesso in futuro perch&eacute; <strong>l’industria americana si vede sfuggire non solo gli investimenti</strong>, ma anche le stesse aziende che si trasferiscono in Cina. A questo si sommano le forti esportazione da parte delle aziende cinesi. </p><p>Questa riflessione va fatta anche per l&rsquo;Europa e per l&rsquo;Italia. Sicuramente non con regole protezioniste, ma va trovato un equilibrio che consenta di raggiungere importanti risultati non solo in termini di installazioni, ma anche in termini di occupazione. </p><p>In <strong>Germania</strong>, per esempio, il numero di occupati nel settore delle rinnovabili e dell&rsquo;efficienza energetica ha superato quelli di altri settori industriali. Gli occupati del settore sono passati infatti da 300mila a circa <strong>340mila</strong> a fine 2009 (QualEnergia.it, <a href="http://qualenergia.it/view.php?id=1090&amp;contenuto=Documento" target="_blank">Occupazione, almeno nell’energia pulita &egrave; in crescita</a>), un fatto che&nbsp;indica come sia comunque possibile intraprendere un percorso virtuoso. </p><p>L&rsquo;opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e QualEnergia, a <a href="http://www.ecoradio.it" target="_blank">Ecoradio</a>.</p><p></p>


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