Evento conclusivo dell’attività del progetto CAPsizing di Kyoto Club. Leggi il report!

Oggi, mercoledì 29 maggio, si è tenuto a Roma l'evento finale di "CAPsizing - Per la resilienza climatica", un progetto promosso da Kyoto Club che ha avuto come obiettivo generale quello di contribuire ad informare e creare fiducia nella Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea tra i cittadini, in particolare i più giovani.

31 maggio 2019 Fonte: Kyoto Club

Assicurare ai cittadini europei cibo di qualità e a prezzi accessibili, sostenere i redditi degli agricoltori e produttori, creare nuovi posti di lavoro, tutelare l’ambiente e il paesaggio e mitigare il clima. Sono queste le principali prerogative della PAC dell’Unione Europea: la politica europea per eccellenza, uno strumento fondamentale nella costruzione dell’UE, con delle regole comuni dalla Scandinavia a Malta dalla Croazia al Portogallo. Una politica ha condizionato non solo l’agricoltura, ma tutta la gestione del territorio rurale europeo e che riesce ad intercettare circa 44 milioni di posti di lavoro in tutto il Vecchio Continente e i cui fondi coprono in sostanza circa il 48% del territorio europeo.

Tra i vari obiettivi di CAPsizing – Per la resilienza climatica, oltre informare e creare fiducia nella PAC tra i cittadini europei, ci sono quelli di coinvolgere gli agricoltori del futuro nel dibattito sulla riforma del settore 2021 – 2027, di aumentarne il livello di conoscenza tra gli studenti degli Istituti e delle Facoltà di Agraria, ma soprattutto di raccogliere le loro proposte per sviluppare i temi della lotta contro i cambiamenti climatici e della diffusione di sane abitudini alimentari. Il progetto CAPsizing – Per la resilienza climatica è sostenuto dalla Direzione generale “Agricoltura e sviluppo rurale” della Commissione europea, ed è patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo.

All’evento, ospitato da Spazio Europa, la sede della Commissione Europea in Italia, hanno partecipato e sono intervenuti rappresentanti politici e delle principali confederazioni agricole italiane ed esponenti di associazioni, università, e centri di ricerca che hanno collaborato attivamente al progetto, e diverse classi degli Istituti agrari che hanno preso parte ai seminari organizzati da Kyoto Club durante l’attività progettuale.

Il seminario è stato introdotto da Vito Borrelli – Vice Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, che ha introdotto brevemente la PAC facendo il punto sulla programmazione attuale e sull’orientamento della programmazione futura, evidenziando che “La nuova PAC dovrà guidare la transizione verso un'agricoltura più sostenibile, contribuendo alle dinamiche economiche nelle zone rurali e alla loro vita socioculturale” e dando il via ai diversi interventi dei relatori moderati da Roberto Calabresi di Kyoto Club.

Nella prima sessione di interventi sulla Politica Agricola Comune (PAC) e le politiche agricole nazionali a tema sostenibilità ambientale e resilienza climatica, è intervenuto il Senatore Francesco Mollame – Segretario IX Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare, che ha rimarcato la necessità che la PAC si trasformi in PAAC cioè Politica Agricola Ambientale Comune e che si vada verso una agricoltura che tuteli maggiormente il territorio e l’ambiente con una produzione di cibo sano e di qualità per i cittadini.

A seguire è intervenuto Francesco Ciancaleoni della sezione Area Ambiente e Territorio di Coldiretti che ha rimarcato la necessità di riconoscere all’agricoltura, sia in ambito PAC che di altri strumenti di programmazione come il recente Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, una maggiore considerazione del suo ruolo di contrasto degli effetti negativi dei cambiamenti climatici sia in termini di mitigazione che di adattamento. In questo senso, andrebbe assicurato il massimo sostegno a tutte quelle tecniche, come l’agricoltura biologica, che possono massimizzare le performance climatico-ambientali dell’impresa agricola, così come a quegli investimenti mirati ad incidere sui modelli di consumo e sulla diffusione di dinamiche di sviluppo territoriali basate sulla prossimità e sulle nuove sensibilità espresse dai consumatori (filiera corta, Km0, etc.). È necessario inoltre garantire un ritorno equo agli agricoltori internalizzando i benefici creati alla società con il mantenimento dell’ambiente agricolo e della sua capacità di creare e mantenere un territorio sano che produce beni comuni utilizzati gratuitamente da tutti.

Per questo, nella nuova PAC, uno spazio particolare dovrà certamente essere dedicato ai cambiamenti climatici, all’uso efficiente delle risorse naturali, alla conservazione della biodiversità e alla promozione dei servizi ecosistemici, tenendo bene a mente, tuttavia, che “senza agricoltura non c’è territorio” e che per mantenere vivo il tessuto sociale che garantisce la sopravvivenza dei territori, specie nelle aree più interne e di montagna, resta necessario e prioritario assicurare livelli di reddito adeguati agli agricoltori, con una attenzione particolare ai giovani e alle imprese agricole di piccole dimensioni.

Secondo Barbara Di Rollo – Responsabile Dipartimento Politiche, Risorse Ambientali e Cambiamento Climatico della Confederazione Italiana Agricoltori “Per il settore agricolo, sul piano politico, la risposta alla crisi climatica si deve concretizzare soprattutto con un’efficace applicazione delle misure della PAC. La riduzione delle emissioni, il potenziamento della capacità di assorbimento del carbonio e le misure di adattamento al cambiamento climatico devono costituire un asse fondamentale del prossimo Piano Strategico Nazionale, previsto dalla nuova regolamentazione PAC, ora in discussione e che andrà in vigore nel periodo 2021-2017.”

Davide Marino dell’Università del Molise ha ricordato che l’agricoltura tutta (quella industrializzata e quella più sostenibile) a livello mondiale produce circa il 30% delle emissioni di gas serra ed è responsabile del 70% dei fenomeni di desertificazione, è il primo fattore di impatto sulla perdita di biodiversità; inoltre ad oggi la PAC in Europa non ha raggiunto gli obiettivi che si è prefissata. E’ necessario quindi cambiare l’approccio dell’agricoltura e della PAC introducendo sistemi più rispettosi dell’ambiente ma soprattutto per la PAC un sistema di misurazione dei risultati raggiunti considerando anche fattori come suolo e biodiversità ed una premialità economica collegata ai risultati raggiunti. Un altro grosso problema in Italia è il mancato ricambio generazionale in agricoltura che ha portato all’abbandono di grandi superfici di terreni e di cui spesso non è possibile risalire alla proprietà (negli ultimi 50 anni 1/3 di superficie coltivabile ha cambiato la destinazione d’uso: 10 % per consumo di suolo e 90% territorio abbandonato). È necessario cambiare le norme coinvolgendo i Sindaci degli enti locali nella PAC per consentire il recupero e la rimessa in uso dei territori abbandonati poiché un territorio abbandonato assorbe meno CO2 di un territorio coltivato e gestito in modo sostenibile.

Franco Ferroni di WWF Italia e intervenuto anche per la Coalizione #CambiamoAgricoltura, ha ribadito e confermato i dati già esposti dal relatore precedente per la perdita di biodiversità attribuita all’attività umana, ha ricordato che comunque un aspetto positivo è che nel 2015 (dati ISPRA) c’è stata una riduzione delle emissioni del 20% dal settore agricolo ma che comunque i risultati per la riduzione delle emissioni di gas serra collegate al greening della attuale PAC non ci sono. Sarà quindi necessario porre maggiore attenzione agli impegni ambientali nella PAC futura con un meccanismo premiale per gli agricoltori che dimostrano il raggiungimento dei risultati. Inoltre è necessario una più stretta collaborazione tra i due ministeri Agricoltura e Ambiente entrambi fortemente coinvolti nel tema.

Paolo Carnemolla – Presidente, Federbio ha ricordato l’importanza dell’agricoltura biologica nel contesto delle prossime sfide che dovranno essere affrontate in termini di produzione di cibo, acqua ed energia con un settore di produzione biologica che deve migliorare necessariamente.

Salvatore Basile – Presidente International Network of Eco Regions (IN.N.E.R) ha ricordato che i cambiamenti climatici riguardano tutti, e per salvare il Pianeta occorre evidenziare in modo chiaro nelle nostre agende personali ed in quelle dei Governi le azioni individuali e collettive, da realizzare giorno dopo giorno, per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Questo è ciò che realizzano le comunità dei bio-distretti. Territori in cui agricoltori, consumatori, amministratori pubblici, associazioni, scuole e centri di ricerca stringono un patto per la gestione sostenibile delle risorse, secondo i principi dell’agricoltura biologica e dell’agroecologia. Annualmente viene elaborato e monitorato un piano strategico, con obiettivi e azioni concrete da adottare. La comunità partecipa attivamente ed agisce sul territorio con una governance virtuosa orientata verso un sistema alimentare realmente sostenibile e salutare. Per fare tutto questo è però necessario informare e spingere i cittadini al cambiamento; proprio quello che Kyoto Club si è proposto di fare con il progetto CAPsizing, al quale come Rete IN.N.E.R. abbiamo da subito collaborato con grande piacere e soddisfazione, ripromettendoci anche di contribuire alla diffusione ed alla valorizzazione degli importanti risultati raggiunti.

Giuseppe Blasi – Capo Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo. Ha aggiornato la platea sulle proposte della nuova PAC e sul ruolo delle Regioni che non cambierà. L’unico vincolo sarà sulla definizione delle misure che saranno decise a livello nazionale in collaborazione tra il MIPAAFT e il MATTM attraverso una serie di tavoli di lavoro che sono già attivi. I tempi per l’avvio della nuova programmazione saranno comunque lunghi per la lenta partenza dell’attività programmatoria e molto probabilmente non si concretizzeranno prima di un anno anche a causa delle elezioni europee che hanno limitato l’operatività delle commissioni e del parlamento europeo.

Nicola Colonna – Ricercatore dell’ENEA – Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile –  “La PAC è una politica fondamentale anche nel campo ambientale e può giocare un ruolo importante nella diffusione di tecniche innovative nella lavorazione del terreno: pensiamo ad esempio all’agricoltura conservativa, che contribuisce a ridurre l'impronta carbonica  dell'agricoltura ed allo stesso tempo aiuta a conservare la sostanza organica ed a proteggere il terreno, o all’agricoltura di precisione, un modus operandi che prevede l’utilizzo di moderne strumentazioni ed è mirata all'esecuzione di interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali e delle caratteristiche biochimiche e fisiche dei terreni”.

Clementina Taliento – Kyoto Club ha descritto le numerose attività realizzate durante il progetto che ha realizzato 26 seminari in scuole e università, una visita di studio in una smart farm, 21 webinar a temi specifici e due importanti eventi diffusivi di apertura e chiusura che hanno coinvolto moltissime realtà, tra i risultati sicuramente da annoverare l’inclusione del tema della PAC tra le 7 Proposte del Consiglio della Green Economy che presenta annualmente al Governo e l’inclusione del tema della PAC tra i programmi didattici e l’offerta formativa futura di molte scuole coinvolte nell’attività didattica del progetto.

Nell’ambito del tema del ricambio generazionale e sul tessuto socioeconomico delle aree rurali, è intervenuto Mario Braga – Presidente del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati che ha ricordato il ruolo fondamentale della scuola e della formazione, la conoscenza, la divulgazione, la condivisione e la partecipazione fondamentali anche per la costruzione delle Politiche Agricole Comuni che deve diventare il modello applicativo di politiche sostenibili e condivise.

Le future Politiche Agricole dovranno sviluppare nuove sensibilità e moderne professionalità per determinare il rinnovamento generazionale delle imprese agricole, dei servizi al comparto agroalimentare e delle professioni intellettuali.

Per applicare e accrescere sensibilità e la condivisione diffusa delle politiche agricole comuni occorre partire dalla “Scuola”, dalle scuole di ogni ordine e grado. Greta non è frutto di un fulmine sociale a ciel sereno ma è l’affiorare diffusamente nelle società più evolute di nuove attenzioni e sensibilità alla custodia del creato, della terra.

Ma se la sensibilizzazione, anche conoscitiva, deve coinvolgere tutte le scuole, un ruolo particolare deve essere riconosciuto dalla PAC agli Istituti Tecnici Agrari, agli indirizzi agrari post diploma e agli indirizzi agrari delle università.

Per questo anche il riconoscimento del ruolo dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati va valorizzato per rendere solida la catena, la filiera agroalimentare italiana.

Leggi anche: Gli atti del convegno di presentazione dei risultati del progetto "CAPsizing"

In allegato (pdf) il report. 

 

Report evento finale CAPsizing (pdf)


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