SCSD-SD, le associazioni giudicano “positivo” il negoziato per l’ingresso della Turchia in UE
Pubblichiamo il report con i risultati del sondaggio realizzato nell'ambito del progetto Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development – SCSD-SD. Entrambi i partner – Kyoto Club in Italia e Çevreci Enerji Derneği in Turchia – hanno identificato un target di 50 organizzazioni in Turchia e 50 in Italia. Secondo la maggior parte delle organizzazioni il negoziato per l'entrata della Turchia in Europa è "utile" o "molto utile", con il 74,8% di risposte positive per le organizzazioni turche, e il 77,5% per quelle italiane.
Come considera il negoziato per l’ingresso della Turchia nella UE? È questa una delle domande rivolte alle associazioni individuate dai partner del progetto SCSD-SD, Kyoto Club in Italia e Çevreci Enerji Derneği per Turchia, nell'ambito del questionario previsto dal progetto e condotto nei mesi da giugno a settembre.
La percentuale di risposte positive – “utile” + “molto utile” – è all’incirca la stessa: 74,8% di positive per le organizzazioni turche, 77,5% per quelle italiane. Il risultato, secondo la nostra opinione, è notevole: in fase di scrittura del progetto, uno degli obiettivi era il miglioramento della comprensione reciproca e lo scambio bilaterale riguardo a problematiche comuni per superare stereotipi e percezioni erronee; da questi primi risultati, la grande maggioranza delle organizzazioni partecipanti è in generale favorevole all’ingresso della Turchia nell’UE.
Chi ha compilato il questionario dall’Italia ha chiaramente espresso l’interesse a comprendere meglio un paese complesso come la Turchia: i cambiamenti climatici, in particolare, si sono dimostrati un catalizzatore importante per il dialogo – il Mediterraneo è una delle aree più colpite a livello globale.
Buona anche l'opinione delle associazioni in merito al processo di allargamento dell’Unione Europea, ritenuta complessivamente positiva dal 71,9% delle associazioni turche e dall' 88,7% di quelle italiane.
Ma cosa manca davvero alla Turchia per finalizzare l'ingresso in Ue? La risposta "Investimenti più decisi per le fonti di energia rinnovabile e l’efficienza energetica" è stata scelta da circa la stessa percentuale sia in Turchia che in Italia (26,8% contro 24,6%). Secondo i cittadini italiani il paese mediorientale deve puntare soprattutto sullo sviluppo sostenibile (36,6%) e sugli scambi commerciali con i Paesi Ue (31%), mentre, al contrario, le associazioni italiane interpellate pensano che l'entrata della Turchia in Ue sia frenata a pari merito (32,7%) dalla religione, dalle politiche sui migranti e dalla mancanza di una strategia di decarbonizzazione.
Seguendo le indicazioni della strategia di comunicazione definita dai partner all’inizio del progetto – e come previsto dal testo approvato – è stato identificato un target di 50 organizzazioni in Turchia e 50 in Italia. Il numero finale raggiunto è stato di 59 organizzazioni per l’Italia e di 94 per la Turchia.
La qualità del campione è molto varia: sia in Turchia che in Italia i partecipanti riflettono l’ampio spettro di azione definito nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, incluse le dimensioni ambientali, economiche e sociali.
Per una valutazione ed un’analisi più efficaci, è stato deciso di porre le stesse domande sia ai partecipanti italiani che a quelli turchi, per poi comparare le risposte.
Queste ultime sono state raccolte e analizzate usando grafici intuitivi, con l’intento di presentare una visione d’insieme il più chiara possibile. I commenti aggiuntivi alle domande 3 e 4 sono stati raggruppati per tematica: la nostra opinione è che il risultato finale generato sia molto interessante.