La cessione del credito e lo sconto in fattura come strumento puntuale a supporto della decarbonizzazione
Kyoto Club chiede di mantenere il meccanismo della cessione del credito e auspica che Governo e Parlamento mettano in campo proposte politiche per favorire l’efficientamento energetico degli edifici nel nostro Paese.
ll blocco di ogni tipo di cessione del credito e sconto in fattura per gli interventi di riqualificazione degli edifici, come indicato nel decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, possono pregiudicare il percorso di decarbonizzazione del parco edilizio e compromettere la competitività delle imprese. Per questo è necessario che Governo e Parlamento lavorino congiuntamente per l’efficientamento energetico nel settore residenziale e per creare un precedente sostenibile e virtuoso anche a beneficio dell’intero processo di innovazione, trasformazione digitale e sostenibile riguardante Terziario e PMI.
Questo è sostanzialmente quello che chiede il gruppo “Trasformazione Digitale ed Efficienza Energetica” di Kyoto Club, in un documento lanciato stamattina e inviato alle Commissioni parlamentari competenti in materia. La nostra Associazione segnala l’importanza di conservare il principio della cessione del credito e la possibilità di inserirlo come strumento di promozione economica e sostenibile, modulandolo in funzioni di contesto e benefici, certo non abbandonandolo.
1) Nel recente passato, il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura ha allargato il numero di cittadini interessati e beneficiari di scelte di efficientamento energetico per la propria abitazione, a prescindere dalla fascia di reddito di loro appartenenza che sarebbe, invece, stata determinante nel caso della semplice detrazione fiscale, non vantaggiosa per le classi meno abbienti. Questo ha permesso interventi di riqualificazione energetica trasversali alle classi di reddito, riducendo le emissioni climalteranti di molti edifici ed incrementandone l’efficienza sul piano energetico.
2) Nell’immediato, il blocco di questa facilitazione comporterà un’inversione di tendenza nelle delibere condominiali a favore dell’efficientamento degli edifici, crisi professionali e finanziarie degli operatori del settore anche rispetto ai lavori già deliberati, sapendo che chi tra i tecnici stava operando nella progettazione resterà con lavori eseguiti che difficilmente riuscirà a farsi compensare e che si bloccheranno gli interventi già programmati di riduzione del rischio sismico ed efficientamento energetico. Tutto questo proprio quando l’Europa, che sta lavorando ad una direttiva in materia di efficienza energetica nell’edilizia, ci sta chiedendo uno sforzo ulteriore per ridurre i consumi energetici negli edifici esistenti.
3) In prospettiva, cancellare la cessione del credito e lo sconto in fattura produrrebbe una probabile rinuncia complessiva ad uno strumento di supporto al percorso di decarbonizzazione del nostro Paese, non solo in ambito residenziale, ma più in generale rispetto a tutte le sfide di innovazione tecnologica e verde fondamentali per futuro italiano, dal parco immobiliare terziario, alla trasformazione digitale e sostenibile delle piccole e medie imprese.
Ricordiamo che nel maggio del 2021, con esplicito supporto di Confindustria, segmenti produttivi e associazione ambientaliste, come Kyoto Club, venne approvato dalle Commissioni di Bilancio e Finanze del Senato un emendamento al disegno di legge di conversione del decreto Sostegni che avrebbe permesso alle aziende interessate agli investimenti digitali e sostenibili legati al Piano Transizione 4.0 di optare per la cessione del credito d’imposta derivante dall’acquisto di beni strumentali ad altri soggetti, inclusi istituti di credito ed intermediari finanziari. L’emendamento venne poi stralciato a causa di un’osservazione tecnica della Ragioneria dello Stato che aveva segnalato come la cessione del credito non fosse al momento a costo zero, essendo interamente imputabile al primo anno di investimento. L’agevolazione non fu, però, mai rigettata nel principio, immaginando che potesse diventare in futuro uno strumento praticabile, con una valutazione mirata in termini di copertura finanziaria e con la giusta modulazione. Gli investimenti in beni e progetti legati a Transizione 4.0 ancora in atto e più in generale le sfide legate al PNRR ed alla transizione energetica ed ecologica che investono i privati potrebbero averne grandi benefici, spostando l’attenzione dalla liquidità immediata degli attori coinvolti all’effettiva validità dei progetti in termini di innovazione e decarbonizzazione.