Position paper: Riscaldamento degli edifici, Kyoto Club e Legambiente: Governo e Parlamento sostengano la Direttiva “Case verdi”

Eliminazione dei combustibili fossili dai sistemi di riscaldamento in Italia

29 marzo 2023

Mai come in questo frangente i temi dell’energia e del riscaldamento sono d’importanza primaria. L’attuale momento storico, in cui l’approvvigionamento energetico è sempre più al centro delle agende politiche a causa prima della speculazione sul gas fossile e poi dello scoppio della guerra in Ucraina, porta necessariamente a ripensare al modello energetico, alle criticità legate alla dipendenza dalle fonti fossili, a come aiutare imprese e famiglie e quindi anche alle modalità di riscaldamento adottate negli edifici e nelle abitazioni. Elemento fondamentale non solo per contribuire all’emergenza climatica, ma anche per abbattere le bollette energetiche e portare innovazione nel settore. Il riscaldamento della maggior parte degli edifici di tutto il mondo, ma anche la produzione di acqua calda sanitaria, si basa ancora sui combustibili fossili, che oggi coprono il 60% della domanda con le ricadute negative che ciò comporta in termini di emissioni, oltre 2.450 milioni di tonnellate nel 2021, efficienza e autonomia energetica per molti Paesi. Tra le fossili è il gas a svolgere il ruolo predominate con il 42% della copertura dei fabbisogni mondiali. In Italia, secondo lo studio “Dal gas alle rinnovabili” realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club, il settore pesa sulle emissioni di CO2 per oltre il 18%, secondo i dati Ispra. La maggior parte dei consumi degli utenti residenziali sono finalizzati al riscaldamento delle abitazioni (21,32 Mtep, pari al 67% del totale), mentre il restante 33% è destinato ad altri usi quali l’acqua calda sanitaria, il raffrescamento, l’illuminazione e le apparecchiature elettriche. Stando al report, la principale fonte energetica impiegata nel nostro Paese per il riscaldamento è il gas fossile (59,5% dell’energia fornita), tipicamente utilizzato dalle caldaie tradizionali. Seguono le biomasse solide, che rappresentano il 28% del totale (principalmente legname e cippato) ed i prodotti petroliferi (8%), come ad esempio le caldaie a gasolio, ancora oggi ampiamente utilizzate in alcune grandi città e nelle aree montane non metanizzate. La cogenerazione pesa per quasi il 4%, mentre sono marginali le soluzioni elettriche come le pompe di calore e i boiler elettrici, ed il solare termico (1% del totale). Se il gas rappresenta (anche tenuto conto della cogenerazione) oltre il 60% dei consumi per il riscaldamento – pari a circa 24 miliardi di m3 – il riscaldamento pesa invece per circa il 35% dell’uso complessivo di gas in Italia (di cui, nel 2022, il 19,3% dalla Russia, mentre diventa primo fornitore l’Algeria, con il 32,5% delle importazioni pari 23,5 mld mc). Sono 17,5 milioni (su circa 26 milioni) le abitazioni che utilizzano caldaie a gas nelle proprie case.

Position paper


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