Sostenibilità: l’importanza della formazione 4.0 e le nuove aliquote del Decreto Aiuti
Trasformazione digitale e sostenibilità possono essere considerate due facce della stessa medaglia. In che modo?
L’industria 4.0 sfrutta i Big Data per elaborare modelli scalabili. Un esempio sono i sensori IoT che permettono ai macchinari di dialogare fra loro e con l’ambiente circostante. L’integrazione tecnologica porta all’ottimizzazione dei processi e dei consumi e alla sensibile riduzione degli sprechi e dei costi. Si arriva in questo modo a parlare di creazione di veri e propri modelli di economia circolare.
L’espansione dell’industria cosiddetta 4.0 ha inevitabilmente una forte interconnessione con lo sviluppo di nuove competenze da parte delle risorse umane, sia in ambito di produzione, che in ambito amministrativo. Si parla di formazione 4.0 che ha lo scopo di fornire al personale dipendente l’acquisizione o il consolidamento di competenze tecnologiche nei settori definiti dalla legge, come ad esempio l’utilizzo di un macchinario interconnesso o di uno specifico software gestionale.
Al momento esistono delle agevolazioni finanziarie specifiche per le imprese che investono in formazione 4.0, in particolare esse possono usufruire di un bonus, erogato sotto forma di credito d’imposta.
Inoltre, grazie all’approvazione del Decreto Aiuti 2022 il credito d’imposta viene potenziato con l’introduzione di aliquote più alte per i progetti di formazione erogati dopo l’entrata in vigore del decreto-legge da soggetti certificati esterni all’impresa.
Ecco come aumentano le aliquote:
- Dal 50% al 70% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di 300.000 euro per le piccole imprese
- Dal 40% al 50% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di 250.000 euro per le medie imprese
- Invariato il credito del 30% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di 250 mila euro per le grandi imprese.
Una grande opportunità per le imprese italiane da cogliere entro la fine del 2022.