Ariston Group alla frontiera dello sviluppo tecnologico con la nuova pompa di calore ad attivazione termica
Ariston presenta una soluzione alla frontiera dello sviluppo tecnologico: l’innovativa Thermally Driven Heat Pump. Le pompe di calore sono tra le principali soluzioni rinnovabili e ad alta efficienza per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti.
Ariston Group partecipa a “Le radici del futuro: due settennati di sviluppo regionale” – l’evento annuale di Regione Lombardia che illustra le aree di intervento, lo stato di attuazione e i progetti finanziati attraverso i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE), in particolare FESR e FSE – per presentare una soluzione alla frontiera dello sviluppo tecnologico: l’innovativa Thermally Driven Heat Pump. Le pompe di calore sono tra le principali soluzioni rinnovabili e ad alta efficienza per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti. Al fine di ampliarne i possibili usi applicativi e favorirne l’adozione sui mercati internazionali nelle diverse tipologie di edifici, di nuova costruzione e non, Ariston Group è al lavoro per continuare ad arricchirne la gamma. A questo proposito, grazie al lavoro dell’Ariston Thermo Innovative Technologies, centro di ricerca e sviluppo d’eccellenza che collabora con il Politecnico di Milano, ha messo a punto un’innovativa pompa di calore ad assorbimento che utilizza il calore per innescare una compressione termica. La Thermally Driven Heat Pump, sfruttando un particolare ciclo termodinamico, è in grado di garantire simultaneamente elevate temperature di mandata per i radiatori, potenza di riscaldamento costante ed efficienza energetica sull’energia primaria sempre superiore al 100%; presenta inoltre dimensioni contenute ed è progettata per integrarsi facilmente nel sistema edificio-impianto. Particolarmente adatta all’impiego residenziale nell’ambito delle ristrutturazioni, in virtù della compatibilità con la maggior parte dei sistemi di emissione esistenti (radiatori), rappresenta l’alternativa efficiente alle apparecchiature tradizionali installate, che possono così essere sostituite senza interventi invasivi su edifici e infrastrutture energetiche. Consente di ridurre i costi di esercizio e i consumi di oltre il 30% rispetto alle caldaie a condensazione ad alta efficienza, sfruttando al meglio l’opportunità di abbattere le emissioni negli edifici antecedenti il 1990, che – per numerosità, dimensioni, caratteristiche intrinseche e tecnologie utilizzate – costituiscono la parte più energivora del parco edilizio.