La sfida della transizione ecologica nella detergenza professionale
Criteri di Ecodesign, Certificazioni, Etichette, Carbon Footprint, Ecolabel e CAM: gli ingredienti della Formula per la Sostenibilità.
E’ davvero possibile raggiungere la Carbon Neutrality e fare evolvere le proprie aziende verso una trasformazione che tenga conto del rispetto dell’ambiente, creando azioni clima-positive?
Per approfondire l’argomento, in occasione della manifestazione H3i che si è svolta a Milano il 5 e 6 marzo, AFIDAMP ha organizzato un convegno dedicato al tema “La strategia climatica della detergenza professionale per vincere la sfida della transizione ecologica”, un appuntamento ideato per esplorare quali sono le strade da percorrere per le aziende, quale il quadro normativo di riferimento e come sia possibile individuare non solo un percorso in tutela dell’ambiente, ma una strategia climatica, che veda le aziende del settore operare in vista di una vera e propria transizione ecologica.
A parlarne, moderati sapientemente da Matteo Marino, Responsabile del Gruppo di Lavoro Chimici di AFIDAMP, che ha saputo evidenziare i punti più rilevanti del tema, autorevoli relatori: Danilo Sartori, Responsabile dei Modelli Innovativi di Riciclo di COREPLA; Nicola Fabbri, Senior Consultant di ERGO Srl; Piera Pellegrino, Tecnologo di ISPRA Servizio Certificazioni Ambientali ; Domenico Zuccaro, Tecnologo di ISPRA Servizio Certificazioni Ambientali e Coordinatore dell’ EU Ecolabel CB Forum; Cesare Buffone, Responsabile analisi LCA e Sostenibilità di PUNTO 3.
Grazie a loro e alle diverse competenze che hanno messo in campo, è stato possibile analizzare il contesto nel quale si muove oggi il settore della detergenza e le prospettive future, dettate dai nuovi regolamenti. E’ emerso con grande chiarezza il messaggio della necessità per tutte le aziende di affrontare il futuro impostando fin da ora una vera e propria strategia climatica, innestando azioni rispettose dell’ambiente non solo a livello di marketing e comunicazione, ma soprattutto a livello di business, di produzione e di presenza sul mercato. La strategia climatica non è infatti un elemento a sé stante, bensì parte del progetto di crescita di ogni azienda.
Azioni che richiedono, come ha sottolineato Danilo Sartori di Corepla, l’impegno di tutti in un attento gioco di squadra che, nel caso del riciclo e anche del riuso dei contenitori, deve partire dal design e della progettazione, migliorando proprio la fase di raccolta. Azioni che rispondo al Green Deal Europeo e nelle quali il nostro Paese è sempre virtuoso.
Molti passi, infatti, sono stati già fatti in Italia, in particolare grazie ai CAM. Il nostro Paese è molto avanti sul tema del riciclo e anche sul fronte Ecolabel l’Italia si distingue. Come hanno evidenziato Piera Pellegrino e Domenico Zuccaro di Ispra sono ad oggi già 464 le aziende (su un totale di 2000 a livello europeo) che hanno almeno un prodotto certificato Ecolabel. Ricordiamo che Ecolabel è un’etichetta volontaria, assegnata a prodotti/servizi che rispondono a determinati criteri ambientali e prestazionali durante l’intero ciclo di vita: dall’estrazione delle materie prime alla produzione e alla distribuzione, fino allo smaltimento.
I due strumenti insieme, CAM ed Ecolabel, segnano quindi la rotta verso quella che è una transizione delle imprese in chiave ecologica.
Fondamentale è che le aziende comprendano quali siano le modalità per procedere, mettendo le basi per costruire strategie misurabili, come ha sottolineato Nicola Fabbri di Ergo, ragionando da subito in un’ottica di sostenibilità, ripensando l’ecodesign dei prodotti e progettando tutte le attività aziendali verso un nuovo schema green. La transizione ecologica, come ha spiegato, richiede tempo e investimenti, che devono anch’essi essere sostenibili; richiede passaggi necessari e implementazione di regolamenti al proprio interno e, soprattutto, controllo e attenzione a tutti i passaggi.
Anche Cesare Buffone di Punto 3, ha messo l’accento sull’importanza della progettazione eco-compatibile che implica l’integrazione di valutazioni ambientali all’interno del processo di sviluppo dei prodotti. Sono per fortuna molte le aziende che già hanno preso questa direzione, dato che i tempi di sviluppo non sono brevi. Secondo uno studio relativo all’anno 2023 (fonte_Mid Market Climate Transition Barometer), l’11% delle aziende su un campione di 700 ha già iniziato a sviluppare strategie per la sostenibilità e la diminuzione del loro impatto ambientale.
La strategia climatica deve inoltre aiutare le aziende a ridurre la propria impronta di carbonio e a compensare le emissioni che non è stato possibile evitare, adattando la propria modalità di produzione e di presenza sul mercato.