L’intensità energetica dell’Italia: dal 1990 non migliora
Enea e Ademe presentano il rapporto che analizza le misure adottate e i risultati conseguiti dai singoli Paesi europei sul terreno dell’efficienza energetica. Per l’Italia peggiora nel settore industriale e nei trasporti, migliora nel settore civile.
L’Europa dei 15 “ha la più bassa intensità energetica rispetto ad altre aree geopolitiche, cioè la minore quantità di energia per unità di ricchezza prodotta, e la tendenza è verso ulteriori diminuzioni”. E l’Italia ha un’intensità energetica totale tra le più basse in Europa, ma diversamente dal resto dei Paesi Ue “dal 1990 ad oggi, a livello generale, non ha fatto registrare grandi miglioramenti”.||Sono questi alcuni dati emersi dal rapporto sulle situazioni e i trend relativi all’efficienza energetica nei Paesi dell’Unione europea a 15 presentato oggi a Roma da Enea e Ademe. Il rapporto, spiega una nota di Enea, analizza le misure adottate e i risultati conseguiti dai singoli Paesi europei a seguito delle direttive Ue in campo energetico e ambientale per il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto.
L’Unione Europea, ricorda l’Enea, ha varato nel 1993 il progetto “Odissee”, coordinato da Ademe e a cui l’Enea partecipa, per l’analisi dell’andamento della situazione italiana relativa all’efficienza energetica. Per ognuno dei 15 Paesi Membri sono stati presi in esame i dati relativi al periodo 1990-2005 su intensità energetica, efficienza energetica ed emissione di CO2, relativamente al sistema energetico nazionale e al consumo finale delle fonti di energia, nei diversi settori di impiego: trasporti, civile e industria. L’obiettivo, rileva l’Enea, è individuare politiche e misure per migliorare l’efficienza||Tutti i dati dei Bilanci energetici nazionali, le grandezze economiche, demografiche, fisiche e strutturali confluiscono in un apposito database del progetto Odyssee, che effettua le elaborazioni, basate su metodologie statistiche e di calcolo uniche applicate alla realtà di ciascun Paese per permettere un’analisi comparata a livello europeo degli
indicatori di efficienza energetica. ||Per quel che riguarda l’Italia, queste le principali tendenze emerse. Nel settore industriale, l’intensità energetica “è aumentata complessivamente di circa lo 0,3% medio annuo dal 1990, con un picco negli ultimi quattro anni, anche per effetto dei cambiamenti strutturali intervenuti”. E’ diminuita pertanto l’efficienza energetica, “con una tendenza alla stabilizzazione negli ultimi anni, mentre in molti Paesi Ue si assiste ad evidenti e spiccati miglioramenti”. Nel settore residenziale l’efficienza energetica è invece “leggermente migliorata dal 1990 ad oggi, con un tasso medio annuo dello 0,7%, al di sotto del miglioramento avutosi per la Ue15”.
Nel settore dei trasporti, infine, l’efficienza energetica “è migliorata solo dello 0,3% medio annuo, tenuto conto che i consumi energetici dal 1990 ad oggi – sottolinea l’Enea – sono aumentati in tutti i Paesi Ue, pur con un miglioramento globale dell’efficienza energetica pari allo 0,7% medio annuo”.