Il ghiaccio artico si riduce più rapidamente delle previsioni dei modelli scientifici

La calotta polare artica si è ritirata del 39% rispetto alle medie registrate nel periodo 1979-2000, il livello più basso da quando è iniziato il monitoraggio satellitare.

24 aprile 2008 Fonte: Agenzia Dire

Un nuovo studio rivela un record di scioglimento dei ghiacci grazie ai dati riportati dal satellite: la calotta di ghiaccio marino è ridotta del 39% rispetto alle medie più recenti, i valori più bassi mai registrati nel XX° secolo. Lo rivela un rapporto del Wwf, Arctic climate impact science, un aggiornamento dell’Acia (Arctic climate impact assessment), lanciato oggi in tutto il mondo in coincidenza dell’incontro dell’Arctic Council, il forum internazionale delle nazioni che si affacciano sull’Artico.||Nessun modello scientifico era riuscito a prevedere un impatto tanto forte dei cambiamenti climatici sulla regione dell’Artico. I dati raccolti dal rapporto indicano come il fenomeno abbia raggiunto già dimensioni estremamente preoccupanti: la perdita del ghiaccio marino presente nella zona artica nel periodo estivo, come documentato tutti i dati da satellite, è aumentata drammaticamente e lo spessore del ghiaccio ha raggiunto i record di minima nel 2005 e in modo ancora più grave nel 2007.
Nel settembre 2007, avverte il Wwf, “il ghiaccio marino della calotta polare artica si è ritirato fino al 39% rispetto alle medie registrate nel periodo 1979-2000, ovvero, il livello più basso da quando è iniziato il monitoraggio satellitare nel 1979″. Oggi tuttavia è impossibile prevedere con accuratezza di quanto la calotta si scioglierà e in quanto tempo.||Nel frattempo è in pieno corso l’International Polar Year (marzo 2007 – marzo 2009) voluto dalla comunità scientifica internazionale (International council for science-Icsu), che ha attivato oltre 200 progetti dedicati proprio all’accurato studio della dinamica della straordinaria crisofera (sfera del ghiaccio) del nostro pianeta. ||La regione artica è considerata uno dei termometri più significativi della febbre del pianeta provocata dai cambiamenti climatici in atto. I dati forniti sono impressionati perché sottolineano un’accelerazione imprevista dei fenomeni”: il cambiamento sta interessando l’intero ecosistema artico, dall’atmosfera alle acque dell’oceano, dagli iceberg alle precipitazioni nevose e al permafrost.
Questi cambiamenti, osserva il rapporto del Wwf, hanno “un impatto negativo sulle specie e sulle popolazioni che vedono modificarsi repentinamente le reti di approvvigionamento di cibo.
||Lo scioglimento dei ghiacci dell’intera calotta e in Groenlandia è così accelerato che ormai il tema del dibattito tra gli scienziati non è più sulla causa di questo scioglimento, ma piuttosto di quanto sia vicino il punto di non ritorno, ovvero il punto in cui l’ecosistema subirà un danno tale che sarà considerato irreversibile.
Le previsioni più recenti raccolte dall’ultimo rapporto dell’Ipcc dicono che se l’intera calotta glaciale della Groenlandia dovesse sciogliersi a causa dei complessi meccanismi innescati dall’incremento accelerato delle temperature medie del pianeta, il livello del mare aumenterebbe di 7,3 metri provocando conseguenze molto significative. Questo perché il ghiaccio proveniente dalla terraferma aumenta il livello del mare a differenza dello scioglimento dei ghiacci marini dell’Artico che sciogliendosi non incrementano automaticamente il livello del mare.


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