La forza delle idee di Peccei a 40 anni dalla nascita del Club di Roma

Sono passati 40 anni dalla nascita del Club di Roma e 100 dalla nascita di Aurelio Peccei il suo fondatore che nel 1972 fece pubblicare una pietra miliare dell’ambientalismo, “I limiti dello sviluppo”

17 giugno 2008

Aurelio Peccei, è stato tra i primi a comprendere la limitatezza delle risorse disponibili sul nostro pianeta e che non si poteva consentire una crescita economica incontrollata”. Peccei era seriamente preoccupato per il futuro dell’umanità e del suo sviluppo cominciò un assiduo confronto con numerose persone che nutrivano le sue stesse preoccupazioni”.
Nacque così il Club di Roma, un gruppo informale, agile ed operativo che si interrogava sugli scenari che sarebbero scaturiti da una crescita economica incontrollata. Fu commissionato un primo rapporto al prestigioso Dynamics group del Massachussets institute of technology – Mit che si concretizzò nel 1972 nel famoso volume ‘I limiti della crescita’, tradotto in piu’ di 30 lingue, venduto in 10 milioni di copie “e pietra miliare del concetto di sviluppo sostenibile”. Ma dai tempi dell’intuizione di Aurelio Peccei, la situazione mondiale climatica è peggiorata e di molto.
Queste idee, al tempo rivoluzionarie, vengono riproposte all’opinione pubblica in un convegno organizzato a Roma, ‘Strategie per un pianeta sostenibile’, per celebrare il 40° anniversario del think-tank e il centenario della nascita del fondatore del Club di Roma, Aurelio Peccei. ||”La popolazione mondiale ha ormai sorpassato i 6,6 miliardi. All’inizio del 1900 eravamo 1,6 miliardi e abbiamo concluso il secolo scorso con oltre 6 miliardi. Le previsioni delle Nazioni Unite ci dicono che raggiungeremo entro il 2050 circa 9,1 miliardi. Il numero di persone sul pianeta che sta raggiungendo livelli di consumo di risorse e di produzione simili a quelli avuti sinora nei paesi industrializzati è cresciuto notevolmente, sorpassando in pochi decenni il miliardo”. Lo dice Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf, in occasione del convegno.
In questa situazione, “diventa straordinariamente importante interrogarsi sul futuro della società umana e sulle possibilità di indirizzare i modelli di sviluppo socio-economico su percorsi più sostenibili rispetto a quelli attuali – dice Bologna – il lavoro svolto in passato da Aurelio Peccei e dal Club di Roma può aiutare anche oggi per le sfide alle quali siamo chiamati a rispondere: i cambiamenti climatici, la scarsità di risorse alimentari, le strategie per la salute mondiale, solo per citarne alcune”.||Martin Lees, segretario generale del Club di Roma, lancia anch’esso un allarme: “Stiamo distruggendo la ricchezza della vita sulla Terra e i sistemi naturali presentano evidenti segnali di profonda sofferenza e l’impronta ecologica dell’umanità sta ogni anno sorpassando la capacità produttiva della natura”. La nostra specie – avverte Lees – ha fisicamente trasformato gli ecosistemi delle terre emerse per l’80% della loro superficie. L’impatto umano sui mari e gli oceani del pianeta è ritenuto molto alto per oltre il 40% degli stessi”.
Insomma, “stiamo distruggendo la ricchezza della vita sulla Terra e la biodiversità, a livelli mai raggiunti nella nostra storia, tanto da far ritenere agli scienziati che siamo protagonisti di una vera e propria estinzione di massa”.||Siamo in un periodo geologico “che il premio Nobel per la chimica Paul Crutzen ha definito Antropocene – aggiunge il segretario generale del Club di Roma – a dimostrazione di come la comunità scientifica ha ben chiaro l’impatto che la specie umana sta avendo sul nostro pianeta, con i suoi sistemi sociali basati sul perseguimento di una continua crescita materiale e quantitativa, impatto paragonabile agli effetti prodotti dalle grandi forze geofisiche che, da sempre, agiscono sulla Terra”.


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