Cambia il paradigma. Serve più coraggio

L’ultimo Piano energetico è stato predisposto nel 1988. Dieci anni dopo si è tenuta una Conferenza nazionale “energia ambiente” preparata con decine di incontri e coinvolgendo centinaia di interlocutori. Il mondo dell’energia nel frattempo è cambiato con una velocità incredibile. Un articolo di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, su Pubblico giornale.

3 dicembre 2012

<p>L’ultimo <b>Piano energetico</b> è stato predisposto nel 1988. Dieci anni dopo si è tenuta una <b>Conferenza nazionale “energia ambiente”</b> preparata con decine di incontri e coinvolgendo centinaia di interlocutori. Due modalità molto diverse di mettere a fuoco le strategie energetiche che segnalano anche l’ingresso importante delle tematiche ecologiche. <br />Il mondo dell’energia nel frattempo è cambiato con una velocità incredibile: l’emergere di mezzo milione di produttori decentrati di energia verde prefigura evoluzioni radicali e mette in difficoltà gli operatori dominanti.</p><p>Era dunque necessario un documento che analizzasse <b>novità e criticità del sistema</b> e che tracciasse possibili scenari a lungo termine. <br />La <b>Strategia Energetica Nazionale</b> messa in consultazione ad ottobre rappresenta uno sforzo articolato e ben documentato con alcuni pregi, ma anche alcune debolezze di fondo.</p><p>Partiamo dagli <b>aspetti positivi</b>, ad iniziare dal riconoscimento del ribaltamento del ruolo di attori e priorità nel mondo dell’energia: due terzi degli investimenti al 2020 dovrebbero infatti indirizzarsi verso l’efficienza energetica e le rinnovabili. O dal fatto che fra otto anni l’elettricità verde potrebbe soddisfare il 36-38% del fabbisogno. O ancora che i consumi di energia, che in passato erano pensati inesorabilmente in crescita, si ridurranno.</p><p>Il governo prende atto della <b>messa in discussione del sistema centralizzato dell’energia</b> e del paradigma dell’incremento della domanda e sancisce il <b>passaggio delle rinnovabili</b> da innocuo fiore all’occhiello a protagoniste della scena energetica.</p><p>Se i targets sono condivisibili e allineati con quanto succede in Europa (la Germania ha recentemente innalzato al 40% la quota dei consumi elettrici che dovranno essere soddisfatti dalle rinnovabili nel 2020), sembrano invece inadeguati gli strumenti previsti per il loro raggiungimento. <br />Dalle <b>rigidità burocratiche degli incentivi per le rinnovabili elettriche</b>, alla <b>mancanza di certezze sulle detrazioni fiscali</b> per la riqualificazione energetica dell’edilizia all’indicazione di obiettivi poco impegnativi per i certificati bianchi.</p><p>Non viene poi affrontato con il necessario approfondimento il <b>tema delle trasformazioni delle reti e degli accumuli</b>, elemento che sarà invece centrale per il successo della transizione nei prossimi anni.</p><p><a href="http://pubblicogiornale.it/economia-2/cambia-il-paradigma-serve-piu-coraggio/">continua a leggere</a> il contributo di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di QualEnergia e Kyoto Club, su Pubblico giornale.</p><p>Pubblico giornale ha chiesto a una serie di esperti di contribuire alla riflessione sulla Strategia Energetica Nazionale.<br />Per maggiori informazioni: <a href="http://pubblicogiornale.it/strategiaenergetica/">Strategia Energetica Nazionale</a>.</p><p></p><p> </p>


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