Clima: scienze, politica, economia e società in dialogo sulla via della sostenibilità
Oggi a Lecce si è riunita la Società Italiana per le Scienze del Clima: un incontro di discipline e competenze per dar vita a un linguaggio condiviso che sappia far dialogare scienziati di discipline scientifiche per condividere le loro conoscenze con decisori politici, con la società, con l'opinione pubblica.
<p>Non è una Conferenza come quelle che siamo abituati a vedere: la <b>Società Italiana per le Scienze del Clima</b> si è riunita con lo scopo di dar vita a una piattaforma interdisciplinare sullo studio dei cambiamenti climatici provando a superare le barriere che tradizionalmente separano le discipline scientifiche. La ricerca sui cambiamenti climatici, infatti, chiede a gran voce esperienze e competenze che, provenienti da saperi diversi, imparino a lavorare insieme, a collaborare, a condividere metodi e conoscenze. </p><p>Oggi, a Lecce, questo sforzo ha preso vita per la comunità scientifica italiana, compiendo il <b>primo passo verso la costruzione di un linguaggio comune</b> che possa contribuire a condividere sforzi di ricerca scientifica, competenze multidisciplinari, esperienza in diversi settori.</p><p><b>Studiare il sistema climatico e le sue interazioni con gli ecosistemi e l’ambiente</b>, <b>vuol dire </b>infatti <b>indagare i modi in cui il clima potrebbe variare nel prossimo futuro</b>, ma anche analizzare quali impatti potrebbero prodursi, in conseguenza della variabilità climatica, sull’ambiente, sulla società, sui sistemi economici e quali scelte politiche potrebbero essere più efficaci in determinate condizioni.<br />La Conferenza annuale della SISC affronta questi temi e lo fa con protagonisti di primo piano della ricerca scientifica, del mondo dei media e della sfera pubblica internazionale.</p><p>Come<b> Angela Liberatore</b>, che alla Commissione Europea lavora nell’Unità per la promozione della cooperazione scientifica internazionale in Africa, nel Golfo e nel vicinato europeo. La Prof.ssa Liberatore ha aperto la Conferenza proponendo agli scienziati della platea una prospettiva nuova sul loro lavoro, ossia il modo in cui la ricerca scientifica sul clima rivesta un ruolo determinante nella politica internazionale dell’Unione Europea e sulla costruzione dei processi di pace. Considerare i cambiamenti come un tema inerente la sicurezza, ha spiegato Angela Liberatore, vuol dire prendere in considerazione il fatto che ci sono conflitti che nascono a causa della disponibilità di risorse naturali che, in alcune aree, significa confrontarsi con i cambiamenti della piovosità in determinate aree, con la scarsità di risorse idriche e con la produttività agricola della terra. Mutate condizioni ambientali e climatiche contribuiscono a flussi migratori di popoli che lasciano i propri paesi colpiti dalla desertificazione, dall’innalzamento del livello dei mari e da eventi meteorologici estremi. </p><p>Sono oltre cento i <b>lavori presentati alla Conferenza in tre sessioni</b> che riguardano gli avanzamenti della ricerca sulla <b>variabilità climatica</b>, gli <b>impatti dei cambiamenti del clima sui servizi</b>, le <b>politiche climatiche</b> e le <b>valutazioni economiche</b>.</p><p>A chiudere la conferenza oggi pomeriggio un incontro aperto al pubblico in cui si approfondirà il modo in cui la comunità scientifica riesce a comunicare i risultati del proprio lavoro e la rilevanza che questi hanno per la società e l’opinione pubblica. All’incontro i ricercatori converserenno con esperti di comunicazione e di divulgazione scientifica come Luca Mercalli (Società Meteorologica Italiana, Che Tempo che Fa), Giuseppe Pellegrini (Università di Padova/Observa Science in Society), Silvia Bencivelli (Giornalista scientifica), Luca Carra (Scienzainrete.it), Marco Cattaneo (Le Scienze), Elisabetta Tola (Formicablu/datajournalism.it).</p><p><i>Fonte: comunicato stampa SISC (Società Italiana per le Scienze del Clima)</i>.</p><p></p><p></p>