EU-ASE: le aziende multinazionali leader nel settore dell’efficienza energetica si appellano al Parlamento Europeo per rafforzare le direttive UE sull’efficienza in vista dei negoziati del trilogo

Il Consiglio europeo dei Ministri dell’Energia, ieri 26 giugno, sotto la guida della presidenza maltese, ha trovato un accordo di massima sulla Direttiva sull’Efficientamento Energetico degli Edifici (EPBD) e sulla Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED). Arriva delusione dalle aziende multinazionali, leader nel settore dell’efficienza energetica, rappresentate dall’Alleanza Europea per l’Efficienza Energetica (EU-ASE) che reputano debole il risultato dei negoziati.

27 giugno 2017

Sotto la guida della presidenza maltese, ieri il Consiglio europeo dei Ministri dell’Energia ha trovato un accordo di massima sia sulla Direttiva sull’Efficientamento Energetico degli Edifici (EPBD) che sulla Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED). Le aziende multinazionali, leader nel settore dell’efficienza energetica, rappresentate dall’Alleanza Europea per l’Efficienza Energetica (EU-ASE) hanno espresso delusione sul risultato debole dei negoziati e annunciano che continueranno a impegnarsi costruttivamente con i decisori politici durante le prossime fasi della procedura legislativa, con l’obiettivo di migliorare l’accordo finale.

L’accordo sull’EPBD non stabilisce un percorso chiaro e coerente dell’UE al 2050 per edifici altamente efficienti e senza emissioni di CO2 e non assicura alcun miglioramento significativo nelle tecniche costruttive. Il Consiglio ha concordato un livello di ambizione insoddisfacente rispetto agli obiettivi UE di efficienza energetica al 2030, introduce nuove disposizioni burocraticamente complesse e spezza lo schema di obbligo di risparmio energetico post-2020 introducendo una revisione intermedia nel 2025: queste modifiche potrebbero dimezzare gli obblighi di risparmio dell’1,5% e non garantiscono la necessaria sicurezza a lungo termine per gli investimenti.

EU-ASE accoglie invece con soddisfazione le dichiarazione chiare ed inequivocabili fatte da alcuni Stati Membri sull’efficienza energetica come il miglior metodo in termini di efficacia dei costi per sostenere la transizione verso una economia decarbonizzata e come una politica chiave per implementare l’Accordo di Parigi, oltre che come un modo efficace per creare opportunità d’investimento, crescita e occupazione nella UE.

Commentando l’accordo raggiunto ieri dal Consiglio, il presidente di EU-ASE, Monica Frassoni, ha dichiarato: L’ambizione invocata da EU-ASE non riguarda solamente il target UE al 2030, riguarda anche disposizioni chiave sia nella EED che nella EPBD: la flessibilità richiesta dagli Stati Membri porta alla creazione di scappatoie nella legislazione che compromette il livello generale di ambizione.

Anche il Commissario Arias Canete, commentando l’evoluzione delle discussioni del Consiglio nel suo discorso d’apertura della Settimana europea per l’energia sostenibile, lo scorso 19 giugno, ha affermato: sarei piuttosto d’accordo nel darci più tempo, per elaborare un compromesso migliore.

Harry Verhaar, capo della Global Public & Government Affairs di Philips Lighting e Presidente del Consiglio di amministrazione EU-ASE, ha sostenuto: l’UE è nella prima fase della sua rivoluzione di energia pulita e la struttura regolativa e autorizzativa europea dovrebbe guidare e accelerare questo processo in modo efficace. Un punto chiave è il bisogno di migliorare la performance energetica degli edifici, considerato che sono responsabili per il 40% del consumo energetico europeo e per il 36% delle sue emissioni di CO2. Nello specifico, la UE dovrebbe stimolare il raddoppio del tasso di efficienza energetica, un aumento nelle alternative di ammodernamento degli edifici e un miglioramento nell’efficienza dell’intero sistema energetico. Ciò incoraggerà la competitività, la produttività energetica, creerà posti di lavoro sul territorio, aiuterà più famiglie a uscire dalla povertà energetica e migliorerà la qualità della vita per tutti i cittadini. Ci sono forti discrepanze tra dichiarazioni pubbliche dei decisori politici e l’accordo di massima raggiunto ieri poiché questo manca dell’ambizione necessaria ed è incoerente con il bisogno di implementare politiche economicamente vantaggiose che permetterebbero alla UE di onorare i suoi impegni nell’Accordo di Parigi.

Il Parlamento Europeo dovrebbe decidere entro la fine del 2017 su EED e EPBD e le decisioni finali del cosiddetto trilogo (il negoziato fra Consiglio, Commissione e Parlamento) sono nel 2018.

"Chiediamo al Parlamento di costruire delle buone proposte della Commissione e di rafforzarle ulteriormente. Si tratta di un'opportunità politica per i Membri del Parlamento Europeo di modellare le Direttive che possono avere un impatto diretto sulla vita di tutti i giorni, la società in generale e il mercato. I Parlamentari europei, il cui ruolo nella situazione attuale del dibattito sull’efficienza energetica è ancora più strategico, potrebbero così presentarsi alla campagna elettorale del 2019 con un risultato concreto per i cittadini europei", ha concluso Monica Frassoni.


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