Sogin, ma quanto ci costa smantellare le centrali nucleari?

Nonostante siano passati oltre 30 anni dalla dismissione delle centrali nucleari, nel nostro Paese le attività di bonifica degli ex impianti nucleari sono ancora in ritardo. E mentre la Sogin, la società che dovrebbe occpuarsi del decommissioning, continua a rimandare la previsione della fine dei lavori, i costi di questo ritardo li pagano i cittadini. Un'articolo di Francesco Ferrante, Vice Presidente di Kyoto Club, apparso su La Stampa.it.

27 settembre 2017 Fonte: Lastampa.it

Nel lontano 1987 in un referendum molto partecipato, i cittadini italiani si espressero a larga maggioranza (80%) per chiudere definitivamente con l'energia nucleare, anche alla luce dei fatti di Chernobyl. Trent'anni dopo quell'esperienza, il nostro Paese è ancora in enorme ritardo nelle attività di bonifica del territorio e di smantellamento degli impianti nucleari: la società adibita al cosiddetto decommissioning, la Sogin, continua a procrastinare la fine dei lavori, mentre i costi aumentano di anno in anno a spese dei cittadini. Se nel 2008 erano stati stimati 4,5 miliardi di euro per la bonifica, questa cifrà lievito nel 2013 a 6,3 miliardi, per arrivare, nel 2017 a 7,2 miliardi

Francesco Ferrante, Vice Presidente di Kyoto Club, analizza la situazione su un articolo di La Stampa.it ripercorrendo le tappe di questa "farsesca" vicenda.

Leggi l'articolo completo su www.lastampa.it


↑ torna in cima