Materassi Kipli, una storia da #GreenHeroes

Continua la saga degli "eroi verdi” premiati dall’attore Alessandro Gassmann. Sono i protagonisti di una nuova economia che rifiuta lo spreco, che è amica dell’ambiente, e che produce innovazione, reddito e posti di lavoro

14 febbraio 2020

Capita a tutti, nel quotidiano, di sentire la stanchezza affacciarsi durante una riunione di lavoro, un evento qualunque o una lezione noiosa. E in quel momento il materasso di casa sembra l’unica meta a cui anelare. Un altro momento in cui si pensa ai materassi è quando diventa necessario acquistarne uno nuovo. E le domande sono sempre le stesse: con le molle o senza? In poliuretano o in lattice? Tutti si pongono questi dubbi, e qualcuno si fa domande anche su ciò che sarà del vecchio materasso. Tra questi c’è Davide Ballotta, un trentenne lombardo trasferitosi a Parigi.

In un paese come la Francia, ogni anno, finiscono in discarica più di 5 milioni di vecchi materassi. In Italia la cifra stimata è inferiore, ma si attesta sempre sull’ordine dei milioni di pezzi. Davide, informatico trasferitosi oltralpe, conosce questo dato perché s’è appassionato all’argomento. Un suo zio artigiano, arrivato all’età della pensione, chiude la sua ditta che produce materassi e tutto quel sapere può finire nel dimenticatoio. Davide non è d’accordo, parla con lo zio e gli chiede di aiutarlo a tirar su un’altra azienda. Davide ha deciso di farlo perché studiando la questione ha capito quanto i materassi rappresentino un rifiuto difficile da gestire. Allo stesso tempo scopre, però, che quelli fabbricati dallo zio sono completamente compostabili, perché fatti interamente di lattice naturale. Questa particolarità, molto apprezzata in Asia per la resa, la traspirazione e l’igiene, permette ai materassi Kipli di poter diventare, dopo l’uso, un fertilizzante naturale. Se in Francia tutti usassero materassi in lattice naturale, ogni anno sparirebbe un’isola di rifiuti grande quanto Capri e Procida messe insieme.

“Sarebbe bello, certo, ma il mercato lo accetterebbe?” si chiede Ballotta. Conti alla mano, capisce di poter praticare un prezzo di circa il 30% superiore a quello dei materassi prodotti in poliuretano, garantendo, però, oltre a un’igiene e una traspirabilità di gran lunga superiori, anche una durata doppia (da 8 a 16 anni).  

È il 2017 quando nasce Kipli. Davide, chiude completamente il processo delle materie prime in maniera che si utilizzino solo materiali naturali e, sfruttando le sue competenze informatiche, sceglie il web per vendere i suoi materassi di altissima qualità, completamente compostabili e ad un prezzo di mercato. Puntando sulla sostenibilità del prodotto, in un anno, fa lievitare il fatturato di Kipli da 200mila euro a oltre 4 milioni, occupando nella nuova azienda 15 persone.

I margini di crescita, considerata il successo degli ultimi due anni, fanno pensare che non sia finita qui, perché oggi Kipli, oltre ai materassi, propone un intero letto, ovviamente costruito senza colle o agenti chimici. A Davide Ballotta è bastato porsi la domanda giusta per dare al  lavoro dello zio, #GreenHero ante litteram, una nuova vita. E a suoi clienti un posto dove dormire bene e cullarsi in sogni green.


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