Quali relazioni tra Coronavirus e inquinamento atmosferico?

Con le misure di lockdown si stima un calo per le emissioni di ossido di azoto. Più complesse le valutazioni che riguardano le polveri sottili. La redazione QualEnergia.it fa il punto sul dibattito in corso.

25 marzo 2020

Quali relazioni ci sono tra diffusione del coronavirus, misure di “lockdown” nei vari paesi, inquinamento atmosferico e concentrazione di gas serra nell’aria?

Vediamo in sintesi che cosa emerge dai dati scientifici più recenti, partendo dal legame tra la pandemia di Covid-19 e l’andamento della qualità dell’aria nelle aree italiane più colpite dall’emergenza sanitaria con la conseguente chiusura di molte attività economiche non essenziali e le forti limitazioni nei trasporti (vedi qui le nuove misure nell’ultimo decreto firmato da Giuseppe Conte).

I dati trasmessi dal satellite Sentinel-5P del programma europeo Copernicus in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (ESA, European Space Agency), si legge in una nota, hanno rivelato che le emissioni di NO2 (ossido di azoto) sono diminuite in Italia, soprattutto nelle regioni del Nord; il calo, precisa la nota, sembra coincidere con il lockdown deciso dal governo italiano per combattere il coronavirus.

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