Viva la strada, no vittime violenza stradale

La coalizione #Città30Subito! promossa da Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Asvis, Kyoto Club, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, AMODO e Clean Cities Campaign aderisce alle iniziative in numerose città italiane organizzate della rete di attivisti “viva la strada” per questa domenica 19 novembre e lancia al Parlamento un appello chiedendo di intervenire urgentemente con la modifica della Riforma del Codice della Strada.

17 novembre 2023

Domenica 19 novembre in 8 città italiane si svolgeranno manifestazioni per celebrare il World Remembrance Day for Road Traffic Victims, la giornata mondiale in memoria delle vittime della violenza stradale, istituita dalle Nazioni Unite nel 1993. 

A Roma, Milano, Napoli, Trento, Cagliari, Lecce, Modena, Alessandria centinaia di attivisti e associazioni si mobilitano in contemporanea per chiedere strade più sicure per le persone. (Le iniziative locali)

In Italia c’è un grande problema di sicurezza stradale: ogni giorno 9 persone vengono uccise dalla violenza stradale. Nel 2022 si sono verificati 165.889 scontri stradali (454 al giorno) che hanno comportato 223.475 feriti (612 al giorno) e 3.159 vittime (9 al giorno). Le principali cause di scontro stradale sono la distrazione (15%), il mancato rispetto della precedenza (13,7%) e l’eccesso di velocità (9,3%). Circa il 73% degli scontri stradali avviene su strade urbane dove vi è la presenza di diversi utenti della strada. 

La situazione più grave riguarda Roma e tutta la regione Lazio. Nella Provincia di Roma sono già 173 le vittime del traffico stradale dall’inizio del 2023. Nella sola Roma Capitale ci sono stati 11.798 incidenti su strade urbane con 124 morti (di cui ben 35 erano persone a piedi) e 14.590 feriti. Secondo un recente studio della Lumsa (luglio 2023) a Roma  si verificano tre incidenti stradali ogni ora. In tutto il Lazio, sono già 64 le persone a piedi investite e uccise nel 2023 e ben 13 le persone in bici. Il trend risulta spaventosamente anche in crescita, i dati consolidati nel 2022 fanno registrare +33 morti rispetto ai dati del 2019.

Risulta, dunque, evidente la necessità di attuare delle misure efficaci per garantire la compresenza pacifica dei vari utenti, con particolare attenzione di quelli più vulnerabili. 

L’Unione Europea si è posta l’obiettivo di dimezzare le vittime e i feriti gravi entro il 2030 e di azzerarli entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo ci sono metodi e strategie che sono già stati applicati con successo da altri Paesi:

– la “Vision Zero”, sperimentata per la prima volta dalla Svezia a partire dal 1997, prevede una migliore progettazione di strade, incroci, attraversamenti, in modo tale da diminuire la percentuale di incidenti dovuti all’errore umano e limitare i danni a persone o oggetti in caso di scontro;

– la “Città 30”, già applicata in molte città europee, che sta portando a una riduzione importante del numero di scontri e conseguentemente feriti e vittime. La “Città 30” è un provvedimento efficace perché agisce sul fattore che rappresenta la prima causa di morte in caso di scontro stradale: la velocità. 

L’introduzione del limite di velocità urbano nelle metropoli europee ha contribuito a ridurre gli incidenti sulle strade. A Londra, dopo l’approvazione dei limiti di 20 km/h, le morti sulle strade si sono ridotte del 25%, mentre gli investimenti di pedoni si sono abbassati del 63%; a Bruxelles invece, dopo un anno dall’inaugurazione della “città 30 km/h”, avvenuta nel gennaio 2021, sono diminuiti del 28% gli incidenti e del 50% i morti e feriti gravi. Nella città di Edimburgo, l’attuazione del limite di velocità da 20 km/h a 30 km/h ha contribuito a tagliare del 40% il numero degli incidenti e del 33% il numero di feriti, aumentando anche il consenso delle persone da quando è stato introdotto il limite di velocità. 

In Italia le Città 30 sono: Olbia, Bologna e Lodi. Sono molte le Città 30 in Europa:

  • in Francia, Parigi, Grenoble, Lille, Nantes, Nizza, Montpellier
  • in Spagna, tutte le città
  • inBelgio, Bruxelles
  • inAustria, Graz
  • inFinlandia, Helsinki
  • in Svizzera, Zurigo
  • in Olanda, Amsterdam
  • nel Regno Unito, Edimburgo.

Il nuovo Codice della Strada, a firma del Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Matteo Salvini, in discussione alla Camera dei Deputati, punta molto sulla repressione e poco sulla prevenzione e, soprattutto, limita la possibilità da parte delle amministrazioni locali di ridisegnare la strada garantendo spazio e sicurezza agli utenti più vulnerabili. Viene posta molta attenzione sul tema della guida in stato di ebbrezza e/o sotto l’effetto di stupefacenti che rappresenta solo il 10% degli incidenti, mentre viene limitata la possibilità di controllo della velocità mediante autovelox che rappresenta la prima causa di morte in caso di scontro stradale.

Con il nuovo codice della strada i Sindaci avranno una netta riduzione dei poteri in materia di applicazione e controllo della ZTL (Zona a Traffico Limitato), politiche di regolamentazione della sosta, la progettazione e costruzione di infrastrutture ciclabili, corsie ciclabili e case avanzate (spazi dedicati alle bici ai semafori) e il controllo della velocità. I Comuni non potranno definire le regole e la tariffazione della sosta che sono un’efficace leva di gestione della mobilità urbana e dello spazio pubblico. 

L’esperienza di altri Paesi stranieri, caratterizzati da tassi di incidentalità ben inferiori a quelli italiani, dimostra che per garantire la sicurezza degli utenti vulnerabili (pedoni e ciclisti) è necessario ridurre la velocità dei veicoli motorizzati e non obbligare i mezzi più leggeri a dotarsi di dispositivi di identificazione (targa) e di protezione passiva (casco).

Nell’ambito della sicurezza delle persone in bicicletta, il nuovo Codice introduce a livello teorico un provvedimento positivo sull’obbligo di mantenere almeno 1.5 m di distanza laterale in fase di sorpasso di un ciclista, ma che viene di fatto vanificato dalla precisazione “ove le condizioni della strada lo consentano”.

Dalle piazze, la coalizione #Città30Subito! lancerà l’appello al Parlamento di intervenire urgentemente con la modifica della Riforma del Codice della Strada(approvata lo scorso giugno in Consiglio dei Ministri e oggi al vaglio del Parlamento) richiamando 4 priorità, contenute anche nel documento di analisi dettagliato di criticità presentato in audizione alla Camera dei deputati lo scorso 9 novembre :

  1. prevedere città a 30 km/h e moderazione della velocità,
  2. promuovere e non osteggiare la ciclabilità e la mobilità leggera, 
  3. ridare poteri ai comuni in materia di mobilità,
  4. orientare riforma alla misurazione della Vision Zero, non solo a inutile inasprimento di pene e regolamentazione eccessiva. 

Leggi il Documento “Commenti al DDL Salvini” (PDF)

Le richieste degli attivisti e delle attiviste e delle associazioni che promuovono la manifestazione “Viva la strada”:

  • Sul nuovo Codice della Strada in discussione: stralciare le norme che limitano lo spazio per la mobilità attiva e riducono l’autonomia dei Comuni nella determinazione delle politiche di mobilità urbana; consentire e incentivare l’installazione di autovelox in ambito urbano per il controllo dei limiti di velocità;
  • Promuovere la legge nazionale per l’istituzione della Città 30 in tutte le città italiane, come è stato fatto dalla Spagna nel 2021;
  • Prevedere strade scolastiche pedonali davanti ad ogni scuola italiana;
  • Ripristinare le risorse economiche per progettazione di infrastrutture ciclabili urbane, tagliate mesi fa dal Governo Meloni, per rendere tutte le strade sicure per gli utenti in bicicletta.
  • Introdurre l’obbligo di installazione del dispositivo ISA (intelligent speed assistance), che limita la velocità dell’automobile per tutti i veicoli dal 7 luglio 2024, estendendone
    l’installazione su tutti i veicoli circolanti, non solo sulle nuove immatricolazioni, e vietando la possibilità di disattivare l’ISA da parte del guidatore.

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