Politiche climatiche e futuro industriale. L’editoriale di Gianni Silvestrini su QualEnergia

I risultati delle elezioni europee potrebbero avere gravi conseguenze sul tessuto industriale del continente, a partire dal comparto dei veicoli elettrici. L'editoriale del n.3/2024 della rivista bimestrale QualEnergia, di prossima pubblicazione, a firma di Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia,

17 giugno 2024

“Europa in bilico: l’austerità nelle politiche climatiche minaccia il futuro industriale” è il titolo dell’editoriale a firma del Direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia.

Quanto sono rischiosi i risultati delle elezioni europee sul fronte degli impatti ambientali? Appare scontato un rallentamento delle politiche climatiche alla luce del rafforzamento delle destre e dei problemi di Parigi e Berlino. Un dato preoccupante, anche per il rincorrersi di eventi estremi che colpiscono il pianeta, con il nostro continente che tra il 1980 e il 2022 ha subito perdite economiche per 650 miliardi di euro. Peraltro, ricordiamo che dagli anni ‘80 l’Europa registra incrementi di temperatura doppi rispetto al tasso medio globale ed è quindi particolarmente esposta.

Passi indietro nell’industria della transizione energetica?

Ma un rallentamento degli sforzi sul fronte climatico avrebbe anche gravi conseguenze sul tessuto industriale del continente. Per capire quali evoluzioni potranno avere le politiche climatiche in Italia e in Europa occorre fare qualche considerazione di contesto. Rinnovabili, batterie, mobilità elettrica sono tutte aree destinate ad una inevitabile crescita esponenziale su scala globale. Da un lato abbiamo la Cina che in maniera lucida ha capito un quarto di secolo fa che la transizione verde sarebbe stata vincente e ha investito cifre colossali in questi settori diventandone leader mondiale.

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