Agroalimentare resilente: adattarsi ai cambiamenti climatici attraverso l’innovazione

Con un intervento dal titolo “L’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione nel settore
agroalimentare, obiettivi del Piano strategico nazionale”
, Roberto Calabresi, Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Agricoltura e Foreste” di Kyoto Club, ha sottolineato il ruolo strategico del settore agricolo, alimentare e forestale nell’ambito del complessivo sistema economico nazionale e nel contesto europeo e internazionale, insieme a un focus sulla transizione ecologica del settore agricolo, alimentare e forestale.

Nel corso del convegno, Calabresi ha spiegato i danni causati dal cambiamento climatico nell’agricoltura italiana, illustrando delle stime annuali elaborate da Ismea, Coldiretti, Cia ed European Environmental Agency.

L’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione nel settore agroalimentare, obiettivi del Piano strategico nazionale (PDF)
Roberto Calabresi, Kyoto Club


Siccità e agricoltura

Questo è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti, sulla base di dati Crea, diffusa in occasione dell’Assemblea nazionale a Palazzo Rospigliosi a Roma che evidenzia anche come più di un agricoltore su 10 (13%) sia addirittura in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività.
Con la siccità che è andata ad aggravare gli effetti del conflitto in Ucraina, sull’agricoltura italiana si è scatenata una tempesta perfetta – sottolinea Coldiretti – con il taglio dei raccolti in media di un terzo. Secondo una stima Coldiretti se l’attuale situazione climatica dovesse perdurare ancora a lungo i danni da siccità potrebbero arrivare a 6 miliardi di euro, “bruciando” il 10% del valore della produzione agricola nazionale.

Con le piogge praticamente dimezzate nel 2022 e più di ¼ del territorio nazionale (28%) a rischio desertificazione, la produzione di grano in Italia è stimata quest’anno in calo del 30% per effetto della siccità che ha tagliato le rese dal Nord a Sud del Paese, secondo Coldiretti. Ma ad essere in sofferenza sono anche girasole, mais, con percentuali che al Nord arrivano al -45%, e gli altri cereali ma anche i pascoli ormai secchi per l’alimentazione animale.

Leggi l’approfondimento a cura di Coldiretti.

Biologico italiano: dal piano di azione le strategie per il futuro

Valorizzare le produzioni, creare un mercato, ma soprattutto diffondere la cultura delle produzioni biologiche Made in Italy. Coldiretti è pronta a rilanciare l’agricoltura biologica e biodinamica e ha indicato le sue linee in occasione dell’incontro promosso il 27 luglio scorso su “ “Biologico italiano: dal piano di azione le strategie per il futuro” .

Altro tema è la grande distribuzione che preferisce acquistare prodotti bio esteri. E infine le mense scolastiche.

Leggi il Punto Coldiretti

Sistema alimentare sostenibile dell’UE: l’opinione di CambiamoAgricoltura

Senza una transizione di tutto il sistema alimentare non potremmo mai ottenere quei cambiamenti radicali che tutti noi auspichiamo per l’agricoltura Italiana, Europea e Mondiale. Questo è l’idea di fondo della Strategia Europea From Farm to Fork, o dal Piatto alla Tavola.

Per accompagnare questo processo la Commissione Europea sta approntando una legge sul Sistema Alimentare Sostenibile (in inglese Sustainable Food System, SFS), e come primo step ha aperto una consultazione rivolta a tutti i cittadini, compilabile sul sito della Commissione è rimasta aperta fino al 21 luglio 2022.

Per sensibilizzare tutti i cittadini su questo importante tema e facilitare la partecipazione alla consultazione, la Coalizione Europa sulla Food Policy ha realizzato una serie di documenti di supporto (anche in Italiano) e una guida rapida alla compilazione della compilazione della consultazione.

Consulta i documenti (in inglese)

Presentato il Rapporto Nazionale “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) assicura le attività di monitoraggio del territorio e del consumo di suolo.
Il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori disponibili per ogni comune italiano, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare il degrado del territorio e l’impatto del consumo di suolo, dell’urbanizzazione e delle infrastrutture sul paesaggio e sui servizi ecosistemici.

Il documento è stato presentato oggi 26 luglio in occasione di un webinar.
Dal report emerge che il consumo di suolo nel 2021 è stato il valore più alto mai registrato negli ultimi dieci anni.

Video del webinar (YouTube)

Leggi il comunicato stampa, il rapporto e il documento di sintesi.

Una nuova sfida lanciata dal Bio-distretto della Via Amerina e delle forre

Un progetto che nasce con l’obiettivo di promuovere l’immagine e i territori dell’Agro Falisco tra il Parco Regionale della Valle di Treja e i Monti Cimini: lanciato dal Bio-distretto della Via Amerina e delle forre.

Il Bio-distretto diventa un volano per un turismo sostenibile: gastronomia, cultura e promozione del territorio. Non solo un modello vincente di agricoltura sostenibile per produrre cibo di qualità con il progetto che coinvolge 13 comuni (Calcata, Faleria, Nepi, Civita Castellana, Castel Sant’Elia, Fabrica di Roma, Gallese, Corchiano, Vallerano, Vignanello, Vasanello, Canepina e Orte) e diverse altre realtà locali.

PAC: La Commissione EU chiede all’Italia un drastico cambio di rotta

Sono della scorsa settimana le attese osservazioni al Piano strategico nazionale italiano pubblicate dal ministero per le Politiche agricole sul sito della Rete rurale nazionale. “Il piano, nella sua forma attuale, non è sufficiente” afferma la Commissione europea. Le Associazioni danno atto al ministro Patuanelli e alla struttura del Mipaaf di aver garantito un approccio trasparente avendo rese pubbliche le osservazioni ricevute, al contrario di quanto fatto della Commissione europea, che, nonostante le iniziali promesse del Commissario Wojciechowski, aveva deciso di non diffonderle fino alla risposta degli Stati membri.

Attraverso 244 rilievi la Commissione europea traccia l’identikit di un piano indefinito negli obiettivi e scarso a livello di ambizione. “Le note della Commissione rilevano un Piano finalizzato essenzialmente a tutelare storiche rendite di posizione – continuano le associazioni – non si spiega altrimenti il rallentamento sulla obbligatoria convergenza interna del valore dei titoli e l’inadeguata ridistribuzione di risorse, tutto a svantaggio delle aree rurali del Paese più bisognose di rilancio e sostegno.” Senza una correzione di rotta, segnalano i valutatori della Commissione Ue, il flusso di sussidi europei favorirà i territori tradizionalmente più premiati dalla Pac (in particolare le grandi aziende zootecniche della Pianura Padana), accentuando i divari di reddito rispetto alle aree più svantaggiate della penisola, con il conseguente rischio di un ulteriore abbandono delle aree interne.

Sugli obiettivi ambientali il giudizio è ancora più severo, ricalcando le critiche delle organizzazioni ambientaliste, dei consumatori e dell’agricoltura biologica rimaste inascoltate in fase di prima stesura del Piano, quando era stata fatta prevalere la logica dello “status quo” richiesto da una parte del mondo agricolo.

Secondo la Commissione, il Piano non quantifica gli obiettivi da perseguire, benché tale indicazione sia obbligatoria, con l’aggravante che le misure impostate hanno un’efficacia incerta ed indimostrabile, ad esempio per ridurre l’impronta idrica e climatica dell’agricoltura. Appaiono, inoltre, evanescenti e incoerenti le misure per perseguire diversi obiettivi delle strategie Farm to fork e Biodiversità 2030, ad esempio per la riduzione dell’uso di fertilizzanti e pesticidi o per il raggiungimento del 10% di aree naturali negli agroecosistemi.

Leggi l’approfondimento a cura di CambiamoAgricoltura.

Agricoltura e cambiamento climatico

In che modo il riscaldamento globale, determinato dalle attività antropiche, influisce sui nostri terreni dedicati all’agricoltura? Quali conseguenze dei cambiamenti climatici sulla sicurezza alimentare?
Come influiscono le pratiche agricole, gli allevamenti del bestiamo e la deforestazione sul clima?

Il Rapporto Speciale IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sui Cambiamenti Climatici, Desertificazione, Degrado del suolo, Gestione Sostenibile del territorio, Sicurezza Alimentare e Flussi dei Gas ad Effetto Serra negli Ecosistemi Terrestri risponde a questi quesiti.

Il territorio è sia una fonte che un sink (“pozzo”) di gas serra (GHG) e svolge un ruolo chiave nello scambio di energia, acqua e aerosol tra la superficie terrestre e l’atmosfera.

  • Circa il 23% delle emissioni di gas serra di origine umana proviene da agricoltura, silvicoltura e altri usi del suolo (AFOLU). Le emissioni sono prevalentemente dovute alla deforestazione, parzialmente compensate da imboschimenti e rimboschimenti e da altri usi del suolo. L’agricoltura è responsabile di circa la metà delle emissioni di metano indotte dall’uomo ed è la principale fonte di protossido di azoto, due gas ad effetto serra molto potenti.
  • Allo stesso tempo, la biosfera terrestre assorbe quasi il 30% delle emissioni antropogeniche di CO2 grazie ai processi naturali. Tuttavia, questa funzione è vulnerabile agli impatti dei cambiamenti climatici (ad es. a causa dell’aumento della siccità e degli incendi) e ad altre pressioni ambientali e umane.
  • Infine i cambiamenti di uso del suolo modificano le proprietà biofisiche della superficie terrestre (bilancio energia e acqua), che portano ad ulteriori variazioni di  temperatura e precipitazioni a scala locale.

ll rapporto mostra che i cambiamenti climatici aggravano le pressioni esistenti sulle risorse terrestri, sui servizi ecosistemici e sulla biodiversità dallo sfruttamento delle risorse terrestri e d’acqua dolce, il quale non ha precedenti negli ultimi decenni. La temperatura dell’aria sulle terre emerse è aumentata più rapidamente della media globale e ha raggiunto circa 1,5°C in più rispetto all’era preindustriale (quasi il doppio del tasso di aumento della temperatura media globale, che considera anche gli oceani). Sono stati già osservati gli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi naturali terrestri, il degrado del permafrost, la desertificazione, il degrado del territorio ed impatti sulla sicurezza alimentare.
I cambiamenti climatici aumentano il tasso e l’entità del degrado del suolo in corso attraverso due fattori principali: aumento della frequenza, intensità e/o quantità di forti precipitazioni e aumento dello stress da calore.

Leggi i punti essenziali di Climate Change and Land.

Consumo di suolo, Catia Bastioli: approvate la legge ferma in Parlamento

“Basta perdere 15 ettari al giorno di suolo, fermiamo l’emorragia ora”. A sostenerlo è Catia Bastioli, CEO di Novamont e Presidente di Kyoto Club, dal suo profilo di Twitter. La scienziata, protagonista del campo delle bioplastiche, è intervenuta ieri in occasione della presentazione del rapporto annuale del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) di Ispra “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021” secondo cui l’anno precedente l’Italia ha perso altri 60 chilometri quadrati di suolo. Un fatto grave, nonostante la pandemia e lo stop della maggior parte delle attività economiche avvenuto nel corso del 2020.

Ispra fotografa infatti una situazione drammatica: stando ai dati, a causa della perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo, il Belpaese potrebbe essere costretto a sostenere un costo complessivo compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro tra il 2012 e il 2030. In pratica la metà del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E se la velocità di copertura artificiale rimanesse quella di 2 mq al secondo registrata nel 2020, continua lo studio, i danni costerebbero cari e non solo in termini economici. Dal 2012 ad oggi, infatti, il suolo non ha potuto garantire la fornitura di 4 milioni e 155 mila quintali di prodotti agricoli, l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana e lo stoccaggio di quasi tre milioni di tonnellate di carbonio, l’equivalente di oltre un milione di macchine in più circolanti nello stesso periodo per un totale di più di 90 miliardi di km. In altre parole due milioni di volte il giro della terra.

“Rigeneriamo i suoli con i progetti sperimentali nei territori. Applichiamo la strategia italiana della #bioeconomia circolare lavorando insieme” twitta ancora Bastioli. Secondo la Presidente di Kyoto Club, la situazione è molto grave, essendo il suolo una risorsa non rinnovabile, è necessario invertire la rotta. Per frenare tutto questo serve seguire il percorso indicato dalla Mission Soil health and food della Commissione Europea, che indica alcune priorità. Tra queste, ridurre il degrado del suolo e ripristinare il 50% dei terreni desertificati e salinizzati, conservare gli stock di carbonio organico nel terreno e aumentare la sua concentrazione nelle superfici coltivate, fermare l’impermeabilizzazione e aumentare l’utilizzo dei suoli urbani, ridurre l’inquinamento e migliorare il ripristino anche attraverso l’agricoltura biologica, migliorare l’alfabetizzazione su tutti gli Stati membri. Infine la scienziata chiede al mondo politico di avere coraggio, di gestire i fondi del PNRR in modo “lungimirante e innovativo”, augurandosi che il decreto sul consumo di suolo possa essere applicato il prima possibile.

Metropoli Agricole: per un’agricoltura sostenibile in Italia e in Europa

Questo incontro intende proiettare, da diversi punti di vista, i sistemi agroalimentari locali nel più ampio contesto europeo: uno dei focus principali sarà il Piano Strategico Nazionale (PSN) legato alla nuova Politica Agricola Comune (PAC). Il PSN, i cui lavori di stesura sono ripresi dopo un anno di arresto, dovrà fissare obiettivi specifici e interventi per decidere come spendere, nel periodo 2023-2027, le risorse messe a disposizione dalla PAC. Per garantire un’equa transizione verso modelli agroalimentari sostenibili, occorrono un cambiamento nelle politiche agricole su larga scala e un’applicazione locale dei nuovi modelli proposti dall’agroecologia. Interessante sarà osservare anche in che modo, in Europa e in Italia, si stanno affermando i “novel food” e come potranno concorrere a diffondere modelli alimentari meno impattanti.

Segui l’evento in diretta streaming.