EU-ASE invita i deputati del Parlamento Europeo a dare il via libera alla proposta di compromesso ITRE

La direttiva EPBD è un elemento cruciale per rendere il parco immobiliare dell'UE efficiente, sostenibile e salubre.

9 marzo 2023

In vista del voto in plenaria del Parlamento europeo sulla Direttiva UE sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD), EU-ASE si è rivolta agli eurodeputati in una lettera aperta invitandoli a confermare il testo recentemente adottato dalla commissione ITRE e sostenuto dai principali gruppi politici e stakeholder progressisti.

La direttiva EPBD è un elemento cruciale per rendere il parco immobiliare dell’UE efficiente, sostenibile e salubre. Dal punto di vista socioeconomico, guiderà la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro nel settore delle costruzioni, uno dei più dinamici della nostra economia. La proposta di compromesso ampiamente sostenuta recentemente adottata dalla commissione ITRE è un passo importante nella giusta direzione.

Come EU-ASE, sosteniamo l’introduzione di Standard Minimi di Prestazione Energetica (MEPS) per edifici pubblici, commerciali e residenziali. I MEPS, con obiettivi chiari per i diversi segmenti edilizi, sono fondamentali per fornire prevedibilità al settore e consentire alle imprese di pianificare efficacemente i propri investimenti (compreso il settore finanziario).

Il compromesso ITRE aggiunge una deroga (articolo 9, 1c) che consente agli Stati membri di adeguare gli standard minimi di prestazione energetica per gli edifici residenziali e l’edilizia sociale di proprietà pubblica. Tale deroga lascia un margine di manovra sufficiente agli Stati membri e non può essere estesa ulteriormente senza compromettere l’attuazione dei MEPS.

Come passo complementare, è essenziale garantire l’armonizzazione delle classi di prestazione energetica (EPC) negli Stati membri, superando l’attuale sistema di soglie diverse basate su criteri nazionali, che crea enormi problemi di comparabilità. Definire come classe G il 15% del parco immobiliare di ciascuno Stato membro con i risultati peggiori è un buon passo avanti verso un’ulteriore armonizzazione. Allo stesso tempo, saranno necessari ulteriori sforzi per garantire la convergenza della scala EPC.

Sosteniamo le tempistiche concordate per garantire che tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero, a partire dai nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche. Poiché gli edifici pubblici rappresentano dal 5% al ​​10% del consumo energetico dell’UE, il loro contributo al raggiungimento di un parco immobiliare efficiente e decarbonizzato è fondamentale. Il settore pubblico deve mostrare ai cittadini i vantaggi del risparmio energetico e stimolare gli investimenti nel mercato della ristrutturazione.

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