“Città 30” per dire basta ai morti in strada
Le Associazioni per l’ambiente, la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale dicono #bastamortinstrada e spiegano cos’è, come si fa e perché conviene vivere in una città 30, dove la velocità è moderata e strade e spazi pubblici sono condivisi in modo sicuro
Le Associazioni per l’ambiente, la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale dicono #bastamortinstrada e spiegano cos’è, come si fa e perché conviene vivere in una città 30, dove la velocità è moderata e strade e spazi pubblici sono condivisi in modo sicuro. Il primo appuntamento c’è stato l’ultima domenica di febbraio, il 26, con il FLASH MOB “strisce pedonali umane” durante il quale è stato lanciato l’Appello per una legge nazionale che indichi la direzione comune per agevolare la nascita di città 30.
Con tale primo flash mob in molte città italiane, tra cui Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Perugia, Napoli, ha preso il via la campagna #città30subito promossa congiuntamente da FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Legambiente, Asvis, Kyoto Club, Vivinstrada, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, AMODO e Clean Cities Campaign. Un appuntamento per tutti coloro che condividono l’esigenza di un radicale cambiamento del modo di muoversi in ambito urbano e il beneficio di #città30subito, durante il quale in corrispondenza di tantissimi attraversamenti pedonali è stato organizzato un pacifico passaggio umano di persone e biciclette per chiedere un cambio di passo nelle politiche della mobilità e informare le persone sui vantaggi del modello città 30. Attraverso la campagna #città30subito – che prevede un ricco calendario di iniziative in tutta Italia nel corso dei prossimi mesi – le associazioni promotrici intendono sensibilizzare, ancora una volta, le istituzioni e l’opinione pubblica in merito alla necessità di dire #bastamortinstrada, avviando concretamente un percorso sociale, politico e culturale di trasformazione del tessuto urbano.