CambiamoAgricoltura: le vere cause del disagio sociale ed economico dietro gli agricoltori che manifestano
Le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura, tra cui Slow Food, esortano gli agricoltori, la Commissione europea e il Governo italiano a evitare qualsiasi indebolimento delle regole della Pac, ribadendo che tali azioni impediranno la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.
La Coalizione #CambiamoAgricoltura, da sempre, denuncia decenni di politiche agricole e commerciali nazionali e comunitarie che hanno creato un modello agricolo insostenibile e iniquo, rispetto al quale gli interessi delle filiere industriali e distributive hanno dominato, a spese del lavoro e del reddito degli agricoltori, della salute delle persone e dell’ambiente, del benessere animale.
In questa evoluzione lo stesso sistema delle rappresentanze del mondo agricolo ha cambiato la sua struttura, i suoi obiettivi e interessi, sia a livello nazionale che europeo.
Con l’abile strumentalizzazione delle proteste degli agricoltori, le associazioni agricole e dell’agroindustria hanno dato in queste settimane l’ultima spallata al Green Deal europeo, additato come la principale causa della crisi del settore primario. Con l’ennesima deroga all’impegno della Politica Agricola Comune di dedicare almeno il 4% delle aree agricole alla conservazione della natura (BCAA 8), che si somma al ritiro del Regolamento Sur per la riduzione dell’uso dei pesticidi e alla cancellazione degli obiettivi di taglio delle emissioni al 2040 dei gas clima alteranti imputabili all’agricoltura e alla zootecnia, gli obiettivi delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” sono stati ridotti a innocue dichiarazioni di principi generali, senza nessun effetto concreto. Sono state eliminate anche le raccomandazioni ai cittadini di apportare modifiche alle loro diete riducendo il consumo di proteine animali, nonché la sollecitazione a porre fine ai sussidi ai combustibili fossili ambientalmente dannosi.